Il Politecnico di Torino sta
portando avanti un progetto per lo sviluppo e
l'industrializzazione di un'innovativa tipologia di struttura
aeronautica destinata ai velivoli di nuova generazione. Mimosa
(Multimaterial airframes based on 3D joints between Am metals
and carbon-fiber composites) cerca nuove tecniche per
l'integrazione di materiali compositi in fibra di carbonio e
materiali metallici realizzati mediante additive manufacturing,
evitando l'utilizzo di elementi di collegamento meccanico per
l'assemblaggio e dei passaggi produttivi.
L'obiettivo del progetto, nato a fine 2022 e finanziato
dal programma Horizon Europe dell'Unione europea, è creare
strutture aeronautiche più leggere, più resistenti e più
sostenibili, riducendo significativamente l'impatto ambientale
del settore aeronautico grazie al minor fabbisogno di materie
prime e a una diminuzione di peso e consumi, riducendo quindi le
emissioni di anidride carbonica.
Il progetto è guidato da Giorgio De Pasquale, responsabile
dello Smart Structures and Systems Lab al dipartimento di
Ingegneria meccanica e aerospaziale (Dimeas) del Politecnico di
Torino. Il team include sei aziende e due centri di ricerca. Tra
i partecipanti, oltre al Politecnico di Torino e Tüv Italia e
Bytest (Gruppo Tüv Süd), figurano aziende italiane come la
multinazionale Leonardo, la startup F3nice, oltre a partner dei
settori dell'industria meccanica e dei materiali. "A fine
servizio - spiega De Pasquale - le strutture realizzate con la
tecnologia Mimosa potranno essere rigenerate grazie a un
processo di atomizzazione che riduce gli scarti metallici in
polvere a granulometria e composizione controllate, che diviene
una materia prima secondaria per gli stessi processi di additive
manufacturing". Il 15 maggio, durante un workshop al Museo
dell'Automobile di Torino, verranno presentati sia i primi
risultati del Progetto Mimosa, sia la potenzialità della
manifattura additiva in ottica aerospaziale.
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