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Cassazione, attivisti Askatasuna pensano a 'lotta armata'

Cassazione, attivisti Askatasuna pensano a 'lotta armata'

Intervento su centro sociale torinese, processo per 26 imputati

TORINO, 26 dicembre 2023, 18:11

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fra gli attivisti del centro sociale torinese Askatasuna ce ne sono alcuni che coltivano propositi di "lotta armata" attraverso la "preordinata provocazione di contrasti con le forze dell'ordine". Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni di una sentenza, depositate nei giorni scorsi, relativa a un processo in corso nel capoluogo piemontese: la Suprema Corte ha respinto il ricorso di due imputati contro la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
    Gli 'Ermellini' hanno confermato il provvedimento preso lo scorso maggio dal tribunale del riesame di Torino ma, per riassumerne i termini, si sono serviti di un'espressione che i pubblici ministeri non hanno utilizzato in aula, dove si è parlato di "iniziative violente" ma mai di attentati o azioni dirette contro personalità dello Stato e delle istituzioni.
    Il processo - che riprenderà a settembre - è a carico di 26 attivisti, alcuni dei quali accusati di associazione per delinquere. Askatasuna è uno dei maggiori centri sociali italiani e si colloca nell'area dell'autonomia. La tesi, che poggia su accertamenti della Digos, è che un gruppo ristretto di attivisti stia portando avanti un "piano criminoso" che fra l'altro contempla folate offensive contro i cantieri del Tav con lanci di petardi, bombe carta, artifici pirotecnici utilizzati come armi.
    La Cassazione ha preso atto che il tribunale del riesame di Torino ha individuato all'interno di Askatasuna "una stabile struttura organizzativa" composta da 16 persone che ritiene il centro sociale "un mezzo" per realizzare i propri fini. "Secondo quanto emerso dalle intercettazioni e dalla disamina degli atti letti in chiave cronologica - è il riassunto degli Ermellini - detta finalità si identifica nella lotta armata mediante la preordinata provocazione di contrasti con le forze dell'ordine".
   
   

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