"Rappresentare il proprio Paese è
sempre una responsabilità, per noi lo è ancora di più". Tra i
più attesi all'Eurovision Song Contest, gli ucraini Kalush sono
in gara con "Stefania (Kalush Orchestra)", volto e voce di una
nazione straziata dalla guerra. Per essere a Torino e lasciare
il Paese, il gruppo ha avuto un permesso speciale, convinto che
anche in questo momento sia più importante che mai mantenere la
propria posizione, mantenere i propri sogni, combattere per ciò
in cui si crede e far sentire la propria voce. "Uno dei membri
del gruppo è rimasto in Ucraina e sta combattendo, noi qui
rappresentiamo ogni ucraino. Dopo l'Eurovision torneremo a casa
per dare il nostro contribuito", dice il frontman e leader della
band Oleh Psiuk (alias The Psiuchyi Son) in conferenza stampa.
Per molti bookmaker, anche all'attenzione che li circonda,
sono i favoriti alla vittoria finale. "Qualcuno dice che
possiamo vincere per via della guerra. Ma la nostra canzone era
tra i primi 5 favoriti prima dell'inizio del conflitto, ciò
significa che piace a prescindere. Il nostro obiettivo è che
dopo la nostra esibizione maggiore attenzione sia posta verso la
musica ucraina".
Il brano che portano all'Eurovision, composta da un mix di versi
rap con un ritornello folk e beat hip hop e scritta prima della
guerra, è dedicata alle madri dei membri della band e si basa su
vere esperienze di vita. "È un brano su mia madre - racconta
Psiuk -. Non le ho mai dedicato una canzone e non sono affatto
sicuro che la nostra relazione sia stata particolarmente intensa
in passato, ma so che si merita questa canzone. Questa è la cosa
migliore che abbia mai fatto per lei. Poi - aggiunge - con lo
scoppio della guerra il significato si è allargato a tutte le
madri che proteggono i loro figli".
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