Lievita il costo del pane a causa
del prezzo di produzione, dovuto ai rincari generalizzati di
materie prime, energia e gas oltre che di farina e cereali.
Per questo se biove, rosette, baguette, pane a cassetta, senza
dimenticare il pane ai cinque cereali o quello con le olive,
costano sempre di più la colpa non è dei panificatori ma
dell'esplosione dei costi. L'allarme arriva dalle imprese
dell'arte bianca di Confartigianato Imprese Piemonte, un settore
ormai da molti anni messo sotto pressione dalla concorrenza dei
semilavorati e dalle grandi produzioni per iper e supermercati.
"Le nostre realtà della panificazione - spiega Giorgio
Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte - sono
preoccupate per la crescita dei prezzi di gas, energia, materie
prime e materiali di imballaggio già in atto da alcuni mesi.
Dai calcoli effettuati da Confartigianato, rispetto al 2021, un
molino che utilizza quasi 1,5 milioni di kWh/anno, potrebbe
subire un aumento anche del 220%, passando da 131 a 420 mila
euro di costi mentre un panificio, con un consumo medio di
150mila kwh, potrebbe subire un aumento anche del 145%, passando
da quasi 21mila a oltre 51mila euro. Inoltre confrontando le
fatture di acquisto di questo inizio anno con quelle dell'anno
scorso, si nota come in media le farine di grano tenero per
panificazione siano cresciute del 25% mentre la semola di grano
duro del 60%".
In Piemonte sono circa 1.800 le attività di panificazione
che quotidianamente sfornano quintali di prodotto.
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