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Aborto: protesta a Torino, Piemonte limita accesso a Ru486

Aborto

Aborto: protesta a Torino, Piemonte limita accesso a Ru486

Manifestazione rete nazionale centri antiviolenza

TORINO, 31 ottobre 2020, 16:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Presidio davanti alla sede della Regione Piemonte, a Torino, per contestare la Circolare di indirizzo sull'aborto farmacologico. Vi partecipa D.i.Re, la rete nazionale dei centri antiviolenza, al fianco del centro antiviolenza me.dea di Alessandria e delle compagne di Non una di meno.
    "La circolare annunciata dalla Regione limita fortemente l'accesso alla RU486, riservandolo solo agli ospedali e non ai consultori e, soprattutto, con un atto di sapore burocratico impone invece una misura dalla forte valenza politica, ovvero l'ingresso dei movimenti per la vita nelle strutture dove si pratica l'interruzione di gravidanza", afferma Antonella Veltri, presidente di D.i.Re. "Abbiamo visto come i movimenti per la vita colpevolizzano le donne per la decisione di interrompere la gravidanza", afferma Sarah Sclauzero, presidente di me.dea, "e questo atteggiamento è contrario allo spirito della legge 194 e alle disposizioni del Ministero della Salute sull'aborto farmacologico".
    "L'autodeterminazione sul proprio corpo è il cuore della libertà di scelta delle donne e dell'uguaglianza di diritti sancita dalla Costituzione, nel riconoscimento della differenza di genere", ribadisce Antonella Veltri. "L'ingresso delle organizzazioni pro vita nelle strutture sanitarie dove le donne avviano il percorso di interruzione della gravidanza riafferma il potere patriarcale di controllo sul corpo delle donne che è alla radice della violenza contro le donne". "Contesteremo questa circolare con tutte le nostre forze", conclude Anna Maria Zucca, presidente dei centri antiviolenza EMMA di Torino e consigliera di D.i.Re per il Piemonte, "anche per evitare un pericoloso precedente che dalla Regione Piemonte possa estendersi ad altre amministrazioni sanitarie".
   

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