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Infarto, 200 piemontesi in studio che cambierà linee guida

Infarto, 200 piemontesi in studio che cambierà linee guida

Direttore Cardiologia del Mauriziano tra artefici della ricerca

TORINO, 31 agosto 2020, 14:50

Redazione ANSA

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Il Piemonte è stato coinvolto con tre centri - Rivoli, Cuneo e Novara - nello studio italiano avviato nel 2015 che cambierà le linee guida dell'approccio alla cura dell'infarto: non più anticoagulante subito, ma coronarografia tempestiva e compressa anticoagulante solo se serve. I pazienti piemontesi coinvolti sono stati oltre 200 sui 1500 complessivamente arruolati nella ricerca.
    Ogni anno in Piemonte sono colpite da infarto diecimila persone, di cui poco meno di novemila in modalità nstemi (cioè con occlusione parziale dell'arteria, il caso meno grave e più diffuso) e circa 1500 in modalità stemi (con occlusione totale).
    Vengono fatte 2978 angioplastiche coronariche stemi e 4874 angioplastiche nstemi in 23 centri, circa mille bypass, e altri 2500 pazienti vengono trattati solo con terapie mediche (sono i casi di diagnosi sbagliata o al contrario tanto gravi da impedire l'intervento chirurgico).
    Le nuove linee guida indicate dallo studio italiano sovvertono quelle attualmente adottate nell'80% dei casi in tutto il mondo, che prevedono la somministrazione immediata dell'anticoagulante, prima della coronografia da cui deriverà la diagnosi. Si evita così un farmaco che può essere in molte circostanze inutile e in alcune addirittura dannoso, dimezzando gli eventi avversi, che spaziano dai nuovi infarti o ictus fino alle emorragie e alla morte.
    Le nuove linee guida sono state rese possibili dal fatto che attualmente una coronarografia può essere fatta in 24-36 ore. Lo studio che 15 anni fa aveva invece legittimato il pretrattamento con anticoagulante era condizionato dai sette giorni allora richiesti per la coronarografia. D'ora in poi, assicura il direttore della Cardiologia dell'Ospedale Mauriziano di Torino Giuseppe Musumeci, che è fra gli artefici della ricerca, "cambierà tutto".
    I risultati dello studio sono stati presentati oggi dalla Società Italiana di Cardiologia Interventistica nell'ambito dell'European Society of Cardiology Congress 2020.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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