Tradito da un profumo. L'assassino
di Secondo 'Dino' Baglioni, 90 anni, ex imprenditore in pensione
residente a Pralungo, nel Biellese, aveva acquistato con il
bancomat rubato alla vittima tempo addietro, un profumo molto
particolare a Genova e quindi un secondo flacone anche a Biella.
E' stato questa 'stravaganza' a mettere gli inquirenti sulle
tracce di Lorenzo Osella, personaggio già noto alle forze
dell'ordine per piccoli furti. Il 32enne, senza fissa dimora ma
che di fatto abitava nella casa semi abbandonata di proprietà
dei genitori, a pochi passi dall'abitazione dell'anziano in
frazione Malavecchia, si era procurato un mazzo di chiavi con le
quali era già entrato un paio di volte nell'appartamento
dell'anziano Baglioni rubando, oltre alla carta di credito (poi
utilizzata appunto per acquisti e prelievi per oltre 2 mila
euro), anche oggetti e monili. Ma la vittima, a quanto sembra,
non aveva ma sospettato di lui.
L'ultima volta, la notte tra il 28 e il 29 settembre, è
stata però quella fatale. Il pensionato, sentendo probabilmente
dei rumori sospetti in casa, si sarebbe alzato e avrebbe
riconosciuto il vicino. Per questo l'assassino si sarebbe
avventato sulla vittima fratturandogli il cranio e le mani con
le quali l'anziano ha cercato di difendersi. Il corpo di
Baglioni è stato trovato giorni dopo e l'ipotesi iniziale era
stata quella di una morte per cause naturali. Ma l'autopsia ha
portato gli investigatori a scoprire la verità.
L'altra sera gli uomini della mobile di Biella, del gabinetto
interregionale della scientifica di Torino e di Biella, sono
entrati nella casa di Pralungo dalla quale Osella ha cercato
inutilmente di scappare. Una volta braccato, il giovane ha
confessato di essere l'autore dell'omicidio accompagnando lui
stesso gli agenti lungo il torrente dove aveva nascosto il
palanchino con il quale aveva colpito a morte la vittima, e gli
abiti e le scarpe macchiati di sangue dell'anziano. Una volta
tramortito, infatti, il killer aveva ricomposto il pensionato
nel suo letto cercando di nascondere le tracce dell'aggressione.
Baglioni era andato ad abitare a Pralungo dopo aver lasciato
la gestione della sua impresa, che produce mobili per alberghi
nel Novarese, ai due figli con i quali non intratteneva però
particolari rapporti. In paese era conosciuto soprattutto perché
ogni mattina frequentava il bar della piazza dove beveva un
caffè leggendo il giornale. Era descritto come una persona
riservata e distinta che però non dava troppa confidenza a chi
incontrava. Era stato lui stesso a denunciare i furti avvenuti
nella sua abitazione senza però mai sospettare che fosse stato
proprio il vicino a metterli in pratica.
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