"Il cyberbullismo è un fenomeno del
nostro tempo, dove le nuove tecnologie che lo rendono possibile
sono in mano a bambini e ragazzi che spesso non le sanno
dominare. E' l'evoluzione negativa del bullismo che esiste da
sempre, ma in questa forma ha molta forza in più, perché non è
più circoscritto a una realtà contenuta, come una classe o un
gruppo di amici. Con un click si raggiungono infatti centinaia
se non migliaia di persone, e la comunicazione una volta
innescata prosegue a valanga". Così la garante per l'infanzia e
l'adolescenza del Piemonte, Rita Turino, spiega il tema al
centro di una delle campagne sociali lanciata dalla Regione.
Turino avverte però anche dei pericoli legati a una eccessiva
enfasi sul fenomeno. "Ho tanta paura dell'enfatizzazione, che se
ne parli in modo esagerato - afferma - perché temo che questo
possa sortire un effetto contrario a quello desiderato, ovvero
l'emulazione. Bisogna parlarne con equilibrio, e il posto più
giusto per farlo ritengo sia la scuola. La sensibilizzazione
andrebbe fatta responsabilizzando i ragazzi, a partire da quelli
più grandi, a ciascuno dei quali potrebbe essere affidato un
ragazzino del primo anno, per il quale diventare un punto di
riferimento. E' un progetto che non costa e fa nascere una
responsabilità intergenerazionale che può solo avere effetti
positivi. Ed è precisamente quello che faceva Don Milani".
"Il cyberbullismo - aggiunge - si compone di tre facce: il
bullo, chi subisce, e chi sta a guardare e non fa niente. Agli
educatori, penso soprattutto agli insegnanti, devono interessare
tutti. La campagna di comunicazione del Consiglio regionale
vuole far conoscere il fenomeno e fornire strumenti per
affrontarlo. Mette a disposizione i propri spazi istituzionali
telematici per divulgare i materiali più adatti a sensibilizzare
sul tema, compresi i prodotti fatti dalle scuole, che possono
contattare il Consiglio e renderli in tal modo disponibili per
tutti. Progetti per il contrasto stanno nascendo ogni giorno, ci
sta lavorando molto anche il procuratore presso Tribunale dei
Minorenni, che trovandosi coinvolto nel processo per il suicidio
di una ragazzina ha capito che servono anche altre risposte, che
si deve agire sul fronte della prevenzione".
"Quando si parla di bullismo - conclude Turino - bisogna
avere chiaro che non si tratta di semplice prepotenza, arroganza
e aggressività, in qualche modo normali nelle relazioni tra pari
in età evolutiva, ma di qualcosa di diverso, di ben più grave e
pericoloso perché prolungato nel tempo e connotato da
intenzionalità negativa verso soggetti fragili e deboli".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA