C'era anche un ricercatore
universitario di Asti, Michele Miravalle, tra gli attivisti
italiani fermati ieri in Russia, a Nizhny Novogorod, e poi
rilasciati. "Stavamo facendo una riunione in cui si parlava di
diritti umani e ci siamo dovuti giustificare. Davvero pazzesco -
racconta il giovane -. Ci hanno chiesto a quale associazione
appartenevamo. Come se appartenere a un'associazione sia un
problema. Sono cose che nel 2017 non ti aspetti".
"È stato impressionante - racconta Miravalle - assistere
all'irruzione dei poliziotti, che ci hanno comunque trattato con
grande rispetto. Non ci hanno mai tolto i cellulari e
l'ambasciata è stata davvero efficiente. Intorno alle 17 ci
hanno portato in un commissariato e sono iniziati gli
interrogatori".
"Sono state nove ore non facili, ma tutto si è risolto per il
meglio - sottolinea l'attivista astigiano -. Abbiamo toccato con
mano quanto sia difficile parlare di diritti in questo Paese".
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