Il primo trattato mondiale sull'intelligenza artificiale (IA) "copra in egual misura il settore pubblico e quello privato e respinga le esenzioni generiche in materia di sicurezza nazionale". È quanto chiede un gruppo di associazioni della società e di esperti e ricercatori in materia in una lettera congiunta indirizzata al Consiglio d'Europa che in questi mesi finalizzerà la prima convenzione al mondo su IA, diritti umani, democrazia e Stato di diritto.
Alcuni Stati che stanno negoziando la Convenzione "stanno cercando di indebolirla" consentendo di "lasciare fuori dal campo di applicazione le aziende private, comprese le Big Tech" lamentano i rappresentanti della società civile, sottolineando come "ciò si tradurrebbe nel dare alle aziende un assegno in bianco piuttosto che proteggere efficacemente i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto".
Sulla falsariga dell'AI Act, la legge europea che regola la nuova tecnologia, inoltre, si vorrebbe introdurre "un'esenzione generalizzata in materia di sicurezza nazionale e difesa" denunciano le associazioni, secondo cui "nulla giustifica la rinuncia incondizionata alle garanzie stabilite dalla legislazione internazionale, europea e nazionale che di solito si applica in questi campi". "Una convenzione svuotata - osservano - fornirà una protezione poco significativa agli individui che sono sempre più soggetti a potenti sistemi di IA inclini a pregiudizi, manipolazioni umane e alla destabilizzazione delle istituzioni democratiche".
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