La Pubblica amministrazione
deve garantire ai cittadini l'accesso e la trasparenza delle
informazioni nei tempi stabiliti dalla legge. A stabilirlo il
Tar Molise che con la sentenza 123/2021 ha condannato la Regione
Molise a causa del ritardo (4 mesi invece dei 30 giorni previsti
dalla legge) con il quale ha fornito riscontro alla richiesta di
Cittadinanzattiva di trasparenza sui dati relativi la scorsa
campagna vaccinale antinfluenzale. La Regione dovrà pagare le
spese legali sostenute dall'organizzazione. "Riteniamo la
decisione del Tar Molise - commenta Lisa Mandorino, neo
segretaria generale di Cittadinanzattiva - molto importante
poiché si afferma il principio che, affinché il diritto di
accesso ai dati sia pienamente soddisfatto, non è sufficiente
solo fornire i dati ma anche fornirli in tempo utile e nei
termini previsti dalla legge. Ma soprattutto - prosegue - la
sentenza è particolarmente rilevante in questo periodo di
emergenza che nel nostro Paese è stata caratterizzata in
negativo rispetto agli altri Paesi europei per la grave opacità
con cui sono stati gestiti i dati, in particolare sanitari, e
per le forti limitazioni imposte nella prima fase della pandemia
al diritto di accesso alle informazioni. Il caso Sicilia di
queste ore, dove sono agli arresti domiciliari una dirigente
regionale e due suoi collaboratori ed è stato inviato un avviso
di garanzia all'assessore regionale, con l'accusa di aver
alterato i dati sui contagi e sui tamponi inviati all'Istituto
superiore di sanità è ancora un bruttissimo segnale. La
trasparenza dei dati pubblici - osserva - è un diritto che va
garantito senza se e senza ma, soprattutto in tempi di
emergenza".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA