Un percorso sanitario dedicato,
personalizzato e anonimo, esente da ticket, con l'assegnazione
di una codifica di urgenza uniforme in tutti i Pronto soccorso
regionali (codice giallo, per assicurare una visita tempestiva e
ridurre il rischio di ripensamenti o allontanamenti volontari) e
l'introduzione di un ulteriore codice rosa, visibile ai soli
operatori sanitari, per avviare l'assistenza immediata da parte
di un'apposita equipe multidisciplinare. Lo prevedono le
"Modalità operative per la presa in carico, in ambito,
sanitario, delle donne vittime di violenza di genere" adottate
dalla Giunta regionale delle Marche, che ha recepito linee guida
nazionali previste dalla Legge di stabilità 2016. I percorsi di
tutela vanno istituiti dalla Aziende sanitarie e ospedaliere,
dagli enti del Servizio sanitario regionale, e rafforzano
l'operatività della Rete antiviolenza delle Marche. La violenza
di genere è "una realtà dai contorni ancora poco definiti, in
quanto non è semplice, per le donne vittime di maltrattamenti o
di violenza, trovare il coraggio di chiedere aiuto e denunciare
la propria situazione" osserva l'assessora alle Pari opportunità
Manuela Bora. Lo scorso anno 417 donne si sono rivolte ai cinque
Centri antiviolenza delle Marche. Ma il numero, "drammaticamente
elevato", non rispecchia la totalità del fenomeno perché spesso
la violenza viene vissuta in solitudine e in silenzio". Uno dei
luoghi in cui più frequentemente è possibile intercettare le
vittime sono i Pronto soccorso ospedalieri, ai quali le donne si
rivolgono per un primo intervento sanitario. Per questo, secondo
Bora, "bisogna che le strutture siano in grado di assicurare una
tempestiva e corretta assistenza sanitaria, oltre a un adeguato
supporto emotivo e psicologico per determinare una relazione di
fiducia e ascolto con la vittima di violenza". Le procedure
interessano anche i minori, figli delle vittime e testimoni o
vittime a loro volta di violenza.
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