"Nel 2023 il 50% dei Comuni delle
Marche sarà senza sportelli bancari, un fenomeno inarrestabile e
preoccupante", cominciato intorno al 2015 e andato di pari
passo con lo sviluppo dell'home banking, ma anche con chiusure e
accorpamenti degli istituti bancari del territorio negli ultimi
anni e con lo spopolamento delle aree interne. A lanciare
l'allarme è il sindacato di categoria First Cisl regionale.
"Negli ultimi anni - spiega il segretario Mario Raimondi - molte
banche hanno deciso di chiudere filiali e sportelli bancari
nelle aree interne del Paese, e nello specifico anche nelle
Marche, causando preoccupazione e disagio alle persone che
vivono in queste zone. Ma - sottolinea - ma anche per molte
piccole imprese la chiusura delle filiali può rappresentare un
problema". Dai dati regionali analizzati dall'Osservatorio
istituito dal sindacato che riporta gli studi e le analisi del
Comitato scientifico della Fondazione Fiba, risulta che, al 31
dicembre 2022, il 15% del territorio marchigiano è stato colpito
dalla desertificazione e che sono 54mila le persone che
risiedono in Comuni dove non c'è alcuna banca, 19mila persone in
più rispetto al 2021, mentre sono 4.200 le imprese che hanno
sede in Comuni senza sportelli bancari, 1.400 in più rispetto al
2021. Un trend "preoccupante per le Marche, regione di piccoli
Comuni". Nelle aree interne e montane, la chiusura di filiali e
sportelli è ormai "inarrestabile: il 25% dei Comuni marchigiani
di quelle zone non ha sportelli bancari sul territorio. Solo nel
2022 ne sono stati chiusi in 11 Comuni". Il fenomeno, anche alla
luce delle prossime chiusure del 2023 da parte di banche
nazionali, "potrebbe esplodere - ammonisce First Cisl -
raggiungendo il dato della metà dei Comuni delle Marche senza
sportelli bancari: infatti nel 2023 chiuderanno almeno 12
filiali e sportelli in Intesa San Paolo ed almeno 10 filiali e
sportelli in Bper".
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