A 6 mesi
dall'alluvione del 3 maggio, ''Senigallia ha vissuto ieri
un'altra notte di paura. L'acqua ha lambito i ponti e si è
temuto che si ripetesse quanto accaduto a primavera. Non è forse
giunta ora di sistemare il fiume e gli argini?''. Lo afferma il
Coordinamento dei Comitati Alluvione Maggio 2014, che in questi
sei mesi, con il supporto di consulenti di settore, ha studiato
possibili cause e responsabilità del disastro del 3 maggio
scorso, scoprendo, così si legge in una nota, ''verità
sconcertanti, nascoste alla popolazione, che dorme tranquilla
vicina ad un fiume ritenuto da anni ad estremo rischio
esondazione secondo gli enti pubblici preposti''.
Venerdì 21 novembre, presso il teatro del Portone, il
Coordinamento renderà noti i risultati di questo studio, ''e le
azioni che si intendono intraprendere per ottenere il
risarcimento dei danni subiti e per evitare che si verifichi
un'altra alluvione devastante''. La relazione sarà svolta
dall'avv. Corrado Canafoglia, responsabile nazionale dell'Unione
Nazionale Consumatori per il settore Ambiente.
L'alluvione, continua la nota, ''non è stata frutto di un
evento eccezionale e imprevedibile, ma di negligenze, scelte e
comportamenti errati posti in essere a vario titolo dai
responsabili di enti pubblici, da consulenti esterni
profumatamente pagati e da ditte private che sono intervenute
sul Misa''. Il Coordinamento è consapevole che ''la vicenda è e
sarà oggetto di diatribe tra le opposte fazioni politiche nella
prospettiva delle prossime elezioni comunali, ma la nostra
azione - sottolinea - tende solo a risolvere un problema che
riguarda la città. Non ci interessano i destini e/o le carriere
politiche di chi ambisce a cariche pubbliche. Ci interessa solo
che il rischio esondazione del Misa sia mitigato con un progetto
di intervento globale, da porre a conoscenza di tutti i
cittadini''.
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