"Ieri sera al festival di Sanremo,
uno spettacolo che dovrebbe unire gli italiani, è andata in
scena una esibizione che ha ferito molti spettatori. Ghali ha
proposto una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza
di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è
il prodotto di quanto successo il 7 ottobre". Lo afferma, in una
nota, il presidente della comunità ebraica di Milano Walker
Meghnagi in riferimento a una frase della canzone di Ghali sui
bombardamenti degli ospedali.
"Non possiamo accettare che nella nostra Italia, nel paese
dei nipoti di quanti hanno stilato le Leggi Razziali, si possa
spacciare una tale propaganda antisraeliana, in prima serata,
sulla televisione pubblica - prosegue -. Non col nostro
silenzio. Le nostre sinagoghe e le nostre scuole sono circondate
dalla polizia e dall'esercito, sappiamo sulla nostra pelle che
la propaganda finisce per armare le mani dei violenti. E ci
chiediamo, dove sono i vertici Rai?".
La replica di Ghali non si è fatta attendere: la canzone, ha
spiegato, "affronta anche il tema della guerra, ma che non è
conseguenza degli attacchi del 7 ottobre in Israele. È stata
scritta prima, ed io mi sono chiuso in una bolla per fuggire dai
pensieri". "È necessario - ha poi aggiunto Ghali su Instagram -
prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un
assenso. Se la mia canzone porta luce su quello che si finge di
non vedere, allora ben venga. Non si può andare oltre".
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