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A Milano l'ultimo saluto a Scaramucci

A Milano l'ultimo saluto a Scaramucci

In centinaia ai funerali del fondatore di Radio Popolare

MILANO, 14 settembre 2019, 14:21

Redazione ANSA

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(ANSA) - MILANO, 14 SET - ''Un uomo libero'' che ha vissuto seguendo i valori della sinistra, dall'antifascismo alla difesa della Costituzione, "senza resistere e basta ma passando sempre al contrattacco", usando la forza della parola più che i simboli delle ideologie: centinaia di persone hanno partecipato questa mattina al funerale di Piero Scaramucci, morto mercoledì scorso a 82 anni dopo una lunga carriera in Rai per poi andare a dirigere Radio Popolare, la radio che aveva fondato nel 1976.

Attorno alla moglie Mimosa e alla figlia Marianna si sono stretti tantissimi colleghi e amici, i rappresentanti dell'Anpi, gli studenti delle scuole di giornalismo e i militanti della sinistra che hanno condiviso le sue battaglie. A partire da Claudia e Silvia, le figlie di Giuseppe Pinelli, che hanno aperto gli interventi ricordando il libro che Scaramucci scrisse con la loro madre Licia, 'Una storia quasi soltanto mia', ''la mia intervista più difficile'' come la definì lo stesso Scaramucci.

Michele Migone, ex direttore di Radio Popolare, ha spiegato come abbia dato alla radio "una autorevolezza e una notorietà a livello nazionale che prima non aveva", oltre a ringraziarlo per tutto quello che ha insegnato a tanti, dal rigore sul linguaggio al ''non aver paura di essere veramente liberi''. Tante le bandiere dell'Anpi affisse nella sala del cimitero di Lambrate, con il presidente onorario Carlo Smuraglia che ha mandato il suo saluto, mentre Rosanna Lombardo, presidente della sezione Almo Colombo di cui Scaramucci era vicepresidente, ha parlato delle lotte che stava portando ancora avanti, a partire dalla nuova sede del Museo della Resistenza.

Sono intervenuti anche Guido Besana, che ha ricordato il suo impegno sindacale con il Gruppo di Fiesole e la Fnsi, Paolo Limonta, che ha portato il saluto dell'amministrazione comunale di Milano, e Vittorio Agnoletto che ha sottolineato l'impegno della radio nei giorni del G8 di Genova. E poi l'ultimo saluto con il Coro di Micene che ha cantato Bella Ciao e l'Internazionale.
   

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