Per una sera non è il pop né il rap
da classifica a gremire un club milanese, ma la cruda e toccante
onestà del blues: è quanto accaduto al Fabrique nella prima di
due date di Ben Harper con la leggenda dell'armonica Charlie
Musselwhite, in tour con il loro secondo progetto in comune, 'No
Mercy in This Land'.
Alternandosi tra chitarre e lap steel, il californiano tiene
la scena senza ingombrarla, lasciando ululare gli assoli
d'armonica del collega. La loro alchimia sul palco è solida e si
manifesta in una scaletta di due ore ben rodata, che parte con
'When I Go' e 'Movin' On' e prosegue con brani solisti di
Musselwhite come 'The Blues Overtook Me'. A seguire, un secondo
atto di 40 minuti, con 'When The Levee Breaks' di Memphis Minnie
nella versione heavy dei Led Zeppelin e 'Yer Blues' dei Beatles.
Si tratta di un finale in crescendo, chiuso quasi in gospel:
sulle note di 'All That Matters Now', con un sospiro di armonica
e pianoforte, Ben Harper si congeda cantando senza microfono.
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