Si è avvalso del segreto
professionale l'avvocato Piergiorgio Vittorini, evitando di
rivelare in aula il nome della persona che nei mesi scorsi lo ha
contattato riferendo di essere "il vero autore" del componimento
anonimo 'In morte di un'amica' inviato 30 anni fa alla famiglia
di Lidia Macchi il giorno dei funerali della studentessa di
Varese, massacrata con 29 coltellate nel gennaio 1987. Versi che
invece secondo la Procura generale di Milano, sarebbero stati
scritti da Stefano Binda, accusato di aver ucciso la ragazza,
sua ex compagna di liceo. Vittorini, ascoltato nel corso del
processo a carico di Binda davanti alla Corte d'Assise di
Varese, ha detto di non poter rendere noto il nome della persona
che lo ha contattato perché vincolato dal segreto professionale.
Il componimento anonimo è uno degli elementi che portarono
all' arresto dell'uomo nel gennaio 2016 in quanto, secondo le
accuse, conterrebbe riferimenti che potevano essere noti solo
all'assassino.
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