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Ghio (Pd), Toti e maggioranza vogliono limitare libertà donne

Ghio (Pd), Toti e maggioranza vogliono limitare libertà donne

Parlamentare, vogliono assecondare le associazioni antiabortiste

GENOVA, 02 maggio 2024, 15:59

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Alla Camera abbiamo contrastato fortemente l'emendamento al decreto Pnrr che chiedeva di inserire le associazioni Pro vita nei consultori: abbiamo proposto di approvare con noi un ordine del giorno per la piena applicazione della legge 194, invece che sostenere un emendamento che ha l'intento di pura propaganda politica per assecondare le associazioni antiabortiste e chi le sostiene, ma è stato tutto inutile. Sono andati dritti per la loro strada, sulla pelle delle donne, come ha fatto Toti e la sua maggioranza in Regione Liguria, che ha bocciato l'Ordine del giorno proposto dalle opposizioni con cui chiedevano di non dare seguito alla norma nazionale e non accogliere i Pro vita nei consultori liguri". Così Valentina Ghio deputata e vicepresidente PD alla Camera ritornando sul tema dei Pro vita nei consultori e sulla scelta di Toti e della sua maggioranza di bocciare l'ordine del giorno presentato dalle opposizioni in consiglio martedì scorso.
    "La maggioranza in consiglio regionale non solo, non ha contrastato questa aberrazione, ma è intervenuta quasi stigmatizzando i consultori come luoghi che sollecitano le donne ad abortire, mentre i consultori sono uno straordinario servizio pubblico e laico di tutela della salute e del benessere delle donne. Toti che si dichiara a favore della libertà delle donne, viene smentito dalle sue decisioni e accetta di mettere ulteriori vincoli a quella libertà che proclama di sostenere.
    Dalla sua maggioranza sono arrivate parole cariche di ambiguità sui consultori, che anziché attaccati o sminuiti dovrebbero essere potenziati con personale specializzato e risorse. Le donne non hanno bisogno di essere consigliate o condizionate, le donne hanno bisogno: di consultori pubblici più capillari, uno ogni 20000 abitanti come prevede la legge nazionale; di una sanità pubblica che funzioni, con personale medico e ostetrico non obiettore, mentre in Liguria il 51% del personale pratica obiezione di coscienza; asili nido pubblici diffusi e capillari; strumenti per incrementare l'occupazione femminile, in Liguria è la più bassa di tutto il Nord. Invece di avvallare l'ingresso delle associazioni antiabortiste nelle strutture pubbliche, la Regione dovrebbe pensare a mettere in campo misure che rendano possibile la piena attuazione della Legge 194 e la tutela della salute delle donne, allora sì che il suo Presidente potrà dire che sostiene la libertà di scelta delle donne, altrimenti rimane solo l'eloquente comportamento in consiglio regionale, un vero e proprio attacco ai consultori pubblici e la volontà di colpevolizzare ancora una volta le donne con il non dichiarato intento di rendere sempre più complicata la scelta di abortire".
   
   

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