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Omicidio Cella: pm deposita appello, 'giudice travisa i fatti'

Omicidio Cella: pm deposita appello, 'giudice travisa i fatti'

In sentenza "ripetute omissioni ed erronee valutazioni"

GENOVA, 05 aprile 2024, 19:31

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Il giudice che ha prosciolto Anna Lucia Cecere, l'ex insegnante sospettata di avere ucciso Nada Cella nel 1996, ha basato la sentenza "su ripetute omissioni" scrivendo "una motivazione che mostra erronee valutazioni giuridiche" e che "presenta anche plurimi travisamenti". Inizia così l'appello che la pm Gabriella Dotto ha depositato oggi.
    Cella venne trovata agonizzante nello studio del commercialista Marco Soracco, per il quale lavorava, e morì poche ore dopo in ospedale. Secondo la Procura a ucciderla sarebbe stata Cecere per gelosia mentre Soracco e la madre Marisa Bacchioni avrebbero sempre saputo chi fosse l'assassina e avrebbero mentito agli investigatori. Il giudice a inizio marzo ha prosciolto tutti e tre spiegando che quelli portati dalla Procura sarebbero solo sospetti e non indizi.
    Per la pm, però, la sentenza di proscioglimento presenta "plurimi travisamenti nell'esame delle prove e dei fatti che inevitabilmente sviliscono la complessità della indagine". In 20 punti e 80 pagine di appello, la pm spiega quali siano gli elementi sottovalutati. "In sentenza è fatto ricorso al vocabolo 'sospetto': esso è utilizzato in modo improprio - si legge nel ricorso - soprattutto perché non coglie che ciascuno degli elementi definiti meri sospetti è in realtà un accadimento, un fatto oggettivo". Il primo travisamento "riposa sulla supposizione dell'esistenza di una reale (e completa) attività di indagine sul conto della Cecere effettuata fin dal 1996 essendo stato invece accertato che non sarebbe stato possibile svolgere alcuna attività". A partire dal datore di lavoro della sospettata che non venne sentito e identificato all'epoca ma solo con l'ultima indagine.
    Viene definito falso l'argomento della differenza tra il bottone trovato sotto il corpo di Nada e quelli trovati a casa dell'ex insegnante. E, ancora, non sarebbe stato valorizzato il motorino i cui pezzi di plastica vennero cambiati nei mesi successivi al delitto. E poi le varie dichiarazioni dei testimoni le cui dichiarazioni sarebbero state sminuite. "Questo processo - conclude la pm - è come un mosaico in cui le singole tessere, devono essere raccolte, esaminate e incastrate nel quadro d'insieme, fino a consentire la composizione della complessa trama. Ciò è quanto avvenuto nelle indagini ed è ciò che dovrà avvenire nel processo se sarà celebrato".
   

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