(ANSA) - GENOVA, 04 MAG - Sono 56 le persone indagate per le
barriere fonoassorbenti pericolose, i falsi report sui viadotti
autostradali e le gallerie non a norma. La procura ha
riunificato le tre indagini, nate dopo il crollo del ponte
Morandi, e in questi giorni si appresta a chiuderla. I pubblici
ministeri Stefano Puppo e Walter Cotugno hanno chiesto di
fissare l'udienza stralcio per la selezione delle
intercettazioni.
Tra le persone indagate ci sono l'ex amministratore delegato
di Aspi Giovanni Castellucci, Michele Donferri Mitelli, ex
responsabile delle manutenzioni di
Aspi, Paolo Berti, ex direttore delle operazioni centrali,
Antonino Galatà, ex ad di Spea, la società che si occupava delle
manutenzioni. Ci sono poi tecnici e dirigenti delle sue società.
Dopo il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43
vittime) era nata una costola sui falsi report sui viadotti di
quasi tutta la rete autostradale. Secondo gli investigatori
della guardia di finanza, i tecnici di Spea ammorbidivano i
rapporti sullo stato dei ponti per evitare i lavori. Era stato
scoperto, inoltre, che le barriere fonoassorbenti montate su
alcuni tratti autostradali erano difettose e si erano staccate
causando problemi agli automobilisti. Uno degli indagati aveva
anche detto al telefono che erano "attaccate con il Vinavil". Il
30 dicembre 2019 era invece crollata una parte della volta della
galleria Bertè, in A26. Si erano staccate quasi due tonnellate
di cemento che per fortuna non avevano colpito nessuna auto.
Anche in questo caso la procura aveva scoperto che i controlli
non venivano fatti in maniera adeguate. (ANSA).
Inchieste autostrade: 56 indagati verso chiusura indagine
Riuniti i fascicoli su barriere, falsi report e gallerie
