Sarà l'autopsia a cercare di
chiarire le cause di morte del bambino romano di 6 anni,
annegato sabato pomeriggio nella piscina del resort Cala Luas a
Cardedu, in Ogliastra dove trascorreva le vacanze insieme ai
genitori e alla sorellina. L'esame autoptico, che sarà eseguito
dall'anatomopatologo Roberto Demontis si terrà alle 15
nell'ospedale Nostra Signora della Mercede a Lanusei. La Pm di
Lanusei Giovanna Morra, titolare dell'inchiesta, ha aperto un
fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Un atto
dovuto per consentire le indagini dei Carabinieri della
Compagnia di Jerzu, che hanno acquisito tutte le testimonianze e
effettuato i rilievi nel luogo della tragedia, che si è
consumata in un pomeriggio di sole, relax e spensieratezza sotto
gli occhi dei genitori e della sorellina del piccolo.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, un ospite del resort
verso le 18.15 di sabato pomeriggio, si sarebbe accorto che il
piccolo galleggiava a pelo d'acqua immobile. Indossava
mascherina e boccaglio con la faccia sull'acqua e forse per
questo la gravità della situazione non sarebbe stata subito
notata dall'esterno della piscina, una vasca piccola e a misura
di bambino: l'altezza dell'acqua in alcuni punti raggiungeva il
metro e mezzo, in altri era profonda solo mezzo metro.
Immediato l'intervento dei bagnini della struttura e l'arrivo
di un elicottero dell'Areus decollato da Olbia con i medici del
118 che hanno provato per oltre un'ora a rianimare il piccolo,
purtroppo non c'è stato nulla da fare. L'ipotesi più probabile è
che il bimbo abbia avuto un malore e non abbia avuto la forza di
chiedere aiuto. La tragedia ha gettato nella disperazione i
genitori e la sorellina del bambino ma anche tutte le persone
presenti nel resort. Dopo l'autopsia la salma sarà restituita ai
genitori che ritorneranno nella Capitale per i funerali.
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