Magistrati, colleghi, amici, parenti
e tifosi laziali hanno dato oggi pomeriggio l'ultimo saluto a
Francesco Tamburro, il giornalista dell'ANSA morto due giorni fa
a 55 anni. Una gremitissima chiesa di Santa Lucia, nel quartiere
Portuense di Roma, ha voluto rendere omaggio a Francesco, anima
delle cronache giudiziarie degli ultimi 30 anni. Sul feretro gli
amici hanno deposto alcune maglie della Lazio, la sua squadra
del cuore, che è stata fra i primi ad esprimere il proprio
cordoglio alla famiglia nel giorno dell'improvviso lutto. Al
termine della funzione religiosa colleghi e amici hanno voluto
ricordare le passioni di Francesco, dal giornalismo al tifo, dal
cibo all'amore per la sua famiglia. Il figlio Alessio ha citato
la celebre lettera di "Totò, Peppino e la Malafemmina". "Papà la
sapeva a memoria - ha detto riuscendo a stento a trattenere le
lacrime -. Ora sarò io il capo famiglia, ci penserò io a mamma e
ad Alessandra. Ogni gol della Lazio esulterò anche per te, da
padre in figlio".
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