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Vescovo Trieste, buon anno scolastico, srečno šolsko l

Vescovo Trieste, buon anno scolastico, srečno šolsko l

Partecipare è essere nel flusso delle generazioni e della storia

TRIESTE, 03 settembre 2024, 09:49

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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"Buon anno scolastico. Si partecipa alla vita perché la si riceve in dono. Si va a scuola dapprima perché un obbligo, ma poi, come per la vita, vi si intuisce un senso, un valore, una intrinseca necessità di parteciparvi attivamente, di non sprecare le occasioni.
    Partecipare vuol dire che entro in spazi, in tempi e soprattutto in relazioni. Con persone, con pensieri e saperi che ci precorrono, con metodi di studio che ci cambiano.
    Partecipare vuol dire non essere soli". E' l' augurio del Vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, per il nuovo anno scolastico.
    "Partecipare vuol dire mettersi nel flusso delle generazioni e dunque della storia: non solo la gratitudine per quello che abbiamo ricevuto da chi ha cercato, pensato e sperimentato nel passato ma anche con il desiderio di contribuire ad un bene che ci supera e che vogliamo lasciare a chi verrà dopo di noi", scrive il Vescovo nel suo messaggio. In cui sottolinea che "la scuola è un'istituzione sociale in cui ci si inserisce con altri, sia coetanei che adulti, dove la partecipazione assume altre modalità, dove si imparano altre prassi e regole con cui misurarsi", dunque "la partecipazione si amplia, le relazioni si moltiplicano, le aspettative - proprie e altrui - si confrontano e fanno percepire un'esigenza di giustizia, di un bene che va protetto e tutelato anche se siamo (e abbiamo idee) così differenti gli uni dagli altri". Poi, una indicazione attuale: "Non può essere il conflitto violento, non può essere la guerra a dirimere le differenze. Siamo in ricerca di una umanità migliore!" Dunque l'augurio è quello di "un anno in cui da protagonisti si partecipa: e non solo per un buon andamento delle lezioni, per un proficuo apprendimento dei programmi ...
    ma per la crescita di una comunità vera, fatta di persone che imparano a stimarsi e a dare il proprio apporto". La scuola deve essere "per tutti il tempo della maturazione nella propria umanità. C'è tutto un mondo di sofferenza che aspetta, che spera il nostro positivo apporto".
    Per il Vescovo, "vale la pena non sciupare il tempo della scuola, che è sempre tempo di scoperte e di meraviglia. Ci sono conoscenze (tecniche e scientifiche) che sono accresciute enormemente e di cui ci avvantaggiamo tutti. Ma ci sono valori che ogni generazione, che ogni persona deve ri-conquistare daccapo. Anche per questo la scuola è preziosa".
   

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