In diverse zone di Trieste il
valore limite annuale di 40 µg/mc di biossido di azoto, gas
inquinante diffuso nell'aria in seguito ai processi di
combustione, viene superato. E' la conclusione a cui giunge
Legambiente Trieste che oggi ha presentato i risultati di una
campagna di citizen science, durante la quale è stata monitorata
la presenza di biossido di azoto (NO2) nell'aria per due
settimane durante il mese di marzo.
La campagna è stata promossa, come è stato spiegato durante
un incontro, mediante 19 espositori passivi, detti radielli,
sistemati in varie zone della città. "Nella consapevolezza che i
monitoraggi di Arpa Fvg sono gli unici che hanno valore legale",
afferma Legambiente, è emerso che fra i 19 punti di analisi, "il
valore limite non viene superato soltanto a Sgonico (Borgo
grotta gigante), via Carli e via Torre Bianca. La situazione
peggiore è stata riscontrata in via del Molino a Vento con 75,01
µg/mc, in tutti gli altri casi i valori oscillano tra 40 e 50
µg/mc".
"Recentemente - conclude Legambiente - l'Oms ha raccomandato
di assumere come riferimento, per la
protezione della salute umana, il valore di 10 µg/mc. I
risultati sono tali da consigliare un'attenta analisi di tutte
le fonti di emissione dell'NO2 e interventi mirati per ridurle".
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