Il Pil del Fvg è previsto aumentare
in volume dello 0,7% nel 2024 (rispetto allo 0,5 stimato lo
scorso gennaio) e dello 0,8% nel 2025 (1,0% la stima di tre mesi
fa), e alla fine del prossimo anno potrebbe segnare una
variazione del +5,6% rispetto al 2019 (pre-Covid). E' quanto
prevedono le analisi dell'Ufficio studi di Confindustria Udine
su dati Prometeia aggiornati ad aprile.
"Si conferma - commenta Confindustria in una nota - la
solidità dell'economia regionale che nel periodo post-pandemico,
a fronte di un quadro geopolitico ed economico connotato da
forte instabilità, ha registrato un tasso di crescita al di
sopra della media nazionale ed europea". Per quanto riguarda le
componenti della domanda, i consumi delle famiglie dovrebbero
continuare a espandersi a un ritmo di poco superiore a quello
del Pil, +0,8 % nel 2024 e +1,1% nel 2025. Gli investimenti,
dopo essere cresciuti nel quadriennio 2019/2023 del 26,1%, sono
previsti frenare nel 2024, -2,1% e dell'1,2% il prossimo anno.
Le esportazioni riprenderebbero un percorso espansivo, +4,3% nel
2024 e +4,9% nel 2025, superiore a quello del commercio
internazionale (+2% nel 2024, +2,5% nel 2025).
Dal lato dell'offerta, il valore aggiunto dell'industria è
previsto sui valori dello scorso anno (-0,1%) e in espansione il
prossimo (+0,7%), grazie anche alla ripresa dell'export. In
contrazione il comparto delle costruzioni (+3,6% nel 2023, -6,9%
nel 2024, -8,8% nel 2025), mentre si stima prosegua la crescita
in quello dei servizi, anche se in decelerazione (+1,6% nel
2023, +1,2% nel 2024 e nel 2025).
L'occupazione è prevista ancora in aumento, ma il ritmo
subirà un rallentamento rispetto alla dinamica degli ultimi anni
(+1,5% nel 2023, +0,9% nel 2024, +0,3% nel 2025). Il tasso di
disoccupazione è previsto in ulteriore calo, passando dal 4,7%
del 2023 al 4,2% del 2024 (era al 6,2% nel 2019), mentre
l'inflazione al consumo, pari al 5,9% in media del 2023 in Fvg,
diminuirebbe in maniera netta quest'anno, in linea con il valore
registrato nel primo trimestre, 1,3%, per poi probabilmente
risalire nel biennio 2025-26, ma rimanendo comunque al di sotto
del 2%.
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