"Il Consiglio regionale del Friuli
Venezia Giulia ha sbattuto il portone del Palazzo in faccia alle
persone che soffrono, rifiutando di stabilire un termine massimo
di attesa per una persona irreversibilmente malata che chiede di
essere aiutata a porre fine alle proprie sofferenze. Oltre ai
malati, non sono stati ascoltati i cittadini: non solo gli 8.266
firmatari della proposta di legge iniziativa popolare Liberi
subito dell'associazione Luca Coscioni sul suicidio medicalmente
assistito, ma anche quella stragrande maggioranza di persone che
tutti i sondaggi confermano essere favorevoli a regole sul fine
vita che garantiscano la libertà di scelta". Lo affermano in una
nota Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria
nazionale dell'associazione Luca Coscioni.
"Indipendentemente dall'esito del voto del Consiglio
regionale - aggiungono - il diritto stabilito dalla Consulta
resta comunque in vigore, anche senza quelle procedure chiare e
tempi certi che la nostra legge avrebbe stabilito. Siamo
comunque certi che il confronto di queste settimane non sia
avvenuto invano. È infatti cresciuta anche nell'opinione
pubblica del Fvg la consapevolezza dell'esistenza in Italia, a
determinate condizioni, del diritto di ottenere l'aiuto medico
alla morte volontaria. Non dimentichiamo, proprio in questa
Regione, la coraggiosa battaglia di Anna, che ha dovuto
rivolgersi alla giustizia civile e penale per ottenere il
rispetto della sua volontà ed essere così la prima persona in
Italia ad ottenere il suicidio assistito in Italia con
l'assistenza completa del Servizio sanitario nazionale".
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