Il ripristino della viabilità di
Monte Croce Carnico è stato l'argomento all'attenzione della IV
commissione del Consiglio regionale riunita nel pomeriggio a
Trieste.
La soluzione illustrata dai tecnici dell'Anas, per arrivare alla
riapertura del tratto, prevede la messa in sicurezza del passo
entro la fine del 2024, con il ripristino delle pareti
strutturali e il monitoraggio del costone roccioso con un
sistema di intelligenza artificiale in grado di verificare in
tempo reale i movimenti della montagna. Il tratto è chiuso al
traffico dal 3 dicembre dopo una frana che ha provocato il
distacco di una massa rocciosa di circa 25mila metri cubi.
Mario Liberatore, responsabile Anas ha parlato di diverse
ipotesi al vaglio del tavolo tecnico "quella più accreditata -
ha detto - riguarderebbe la realizzazione di una variante
esterna completamente in territorio italiano, con tempistiche
che si aggirano intorno ai 3 anni e mezzo e una stima di costi
di circa 100 milioni di euro. Questa alternativa ha due
vantaggi. Il primo è che la variante sarebbe in territorio
italiano. Il secondo è che sarebbe edificata in una zona
considerata dai
geologi come sicura".
In alternativa ci sono altre due ipotesi: una parte di strada
in territorio italiano e una in Carinzia, con tempi di
realizzazione molto più lunghi e costi più elevati. Riguardo il
ripristino della variante già esistente, Liberatore ha
assicurato che "il 29 marzo scorso sono stati presentati alla
Regione gli elaborati progettuali con la richiesta di
autorizzazione paesaggistica e idraulica e che, ottenute le
autorizzazioni necessarie, si potranno avviare i lavori,
saltando tutta la fase di procedura di gara, grazie ad accordi
quadro".
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