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Investì e uccise 15enne, 2 anni e 6 mesi a soldatessa Usa 

Investì e uccise 15enne, 2 anni e 6 mesi a soldatessa Usa 

Il Tribunale non riconosce l'aggravante dell'ebbrezza 

PORDENONE, 18 marzo 2024, 17:50

di Lorenzo Padovan

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Giovanni Zanier stava tornando a casa a piedi, lungo una pista ciclabile a Porcia. Aveva soltanto 15 anni e quella notte, tra il 20 e il 21 agosto del 2022, era stato in discoteca. Aveva avuto il permesso dei genitori di recarsi in un locale della prima periferia cittadina, dove d'estate si balla nel giardino. Assieme all'indicazione dell'orario di ritorno, gli era stata data un'unica prescrizione, ma inderogabile: il rientro a piedi, vietato accettare passaggi da chicchessia. Una precauzione vana. Poche ore dopo, il ragazzo venne investito e ucciso mentre stava camminando lungo la ciclopedonale. Un percorso protetto, con tanto di cordolo che separa dalla corsia per le auto. Ma non ci fu scampo di fronte a quell'automobile impazzita che lo centrò in pieno all'altezza di una rotatoria. Con il 15enne c'era anche un amico, che camminava vicino a lui conducendo una bici a mano: nell'impatto venne sfiorato e rimase illeso.

Oggi il Tribunale di Pordenone ha condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione la soldatessa americana di 21 anni, Julia Bravo, in servizio alla Base Usaf di Aviano, che quella notte si trovava alla guida della vettura. La pena è stata sospesa. Non è stata riconosciuta l'aggravante della guida in stato di ebbrezza in quanto il test alcolemico, che aveva dato esito positivo, con un tasso molto elevato di 2,09, era stato effettuato sulla donna oltre due ore dopo l'incidente. La giovane aviere si era subito fermata a prestare soccorso: appariva sotto choc, ma anche visibilmente alterata. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, quella notte Bravo accelerò una volta giunta nei pressi della rotatoria, della cui presenza sostenne di non essersi accorta per l'assenza di illuminazione. I periti hanno stabilito che il veicolo aveva affrontato quel tratto ad almeno 65 chilometri orari. Nei mesi scorsi era stato trovato l'accordo risarcitorio attraverso l'assicurazione Usaf che copre la responsabilità civile per i militari americani. Subito dopo l'incidente, la donna venne posta agli arresti domiciliari all'interno dello stanziamento militare, misura poi ridotta all'obbligo di dimora. Le autorità americane hanno sempre fornito la massima collaborazione agli investigatori. Nel corso della prima udienza del processo, Julia Bravo aveva preso la parola in aula e aveva raccontato della propria disperazione: "Quella notte sarebbe stato meglio se fossi morta io".

   

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