"In questo momento si stanno
susseguendo moltissime manifestazioni in cui i giovani chiedono
la pace, di questo non si può che essere soddisfatti. Però è
importante che tutto questo avvenga senza eccedere dal punto di
vista dialettico. E su questo più che ai giovani mi rivolgo alla
società nel complesso". Lo ha detto il presidente del Consiglio
regionale Fvg, Mauro Bordin a margine della sigla di un
protocollo con l'Ufficio scolastico regionale a Trieste.
Per Bordin, se i giovani chiedono la pace "significa che si è
lavorato nel tempo per trasmettere alle nuove generazioni
l'esigenza di vivere in un mondo di rispetto reciproco e delle
persone", cosa che al momento non sta accadendo nel mondo:
"Guardandoci in giro rimaniamo sgomenti, sembra di tornare
indietro nei secoli e che la storia non abbia insegnato molto".
Rivolgendosi poi in senso più ampio a tutta la società,
Bordin ha rimarcato che "non si può generalizzare il giudizio" e
affermare che "al di là del pensiero, appartenere a una
religione, a un'etnia o a una nazione sia di per sé un disvalore
perché chi è al governo in quel momento ha commesso" atti con
cui si è in disaccordo. Infatti "talvolta ci lasciamo
trasportare dall'energia della protesta o della manifestazione
ed è umano - ha aggiunto - ma dobbiamo considerare che abbiamo
davanti delle persone" alcune delle quali "pur appartenendo a un
gruppo che contestiamo la pensano come noi, bisogna recuperare
questo tipo di equilibrio", ha affermato. Il suo riferimento, ha
specificato, non è ai recenti fatti di Firenze e Pisa "non sono
abituato a giudicare le situazioni senza conoscerle a fondo".
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