Hanno carpito le identità dei ragazzi appena maggiorenni fingendosi impiegati di Uffici Anagrafe comunali, "facilitatori" della procedura per il Bonus Cultura, e hanno utilizzato i dati accedendo abusivamente alla APP18 predisponendo falsi voucher d'acquisto. Dunque hanno attivato uno SPID con le vere generalità dei ragazzi ma con un provider diverso dal fornitore del servizio Spid attivato dai giovani, e fatto acquisti da ditte complici. Lo hanno scoperto i Carabinieri in una inchiesta condotta dalla Procura di Trieste.
Sono stati scoperti 620 casi in tutta Italia ma il numero è in aumento. La truffa si aggira sui 300 mila euro.
Gli ordini di servizi e materiali venivano successivamente validati dalla società incaricata dal Ministero che, indotta in errore, disponeva i bonifici, effettuati su un conto corrente di una banca triestina, con contestuale esaurimento dei bonus di 500 euro spettanti ai legittimi titolari raggirati. La somma complessivamente confluita sul conto corrente è di circa 300mila euro.
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