Il 22% delle imprese artigiane a
conduzione femminile in Friuli Venezia Giulia è a rischio
chiusura entro giugno, soprattutto perché il 67,5% di queste
5.000 realtà è concentrato nei settori maggiormente colpiti
dalla crisi pandemica. A lanciare l'allarme è la presidente di
Confartigianato Donne Impresa Fvg, Filomena Avolio.
"È di 6,5 miliardi il valore aggiunto prodotto dalle imprese
a guida femminile in Fvg - ha detto - dunque ci domandiamo se
l'economia del territorio può davvero fare a meno di questa
forza". La presidente ha rivolto un appello alla Regione,
affinché intervenga a supporto di questa realtà, concentrata in
settori come servizi alla persona, turismo e spettacolo.
"Queste imprese - ha ribadito la presidente - in assenza di
un adeguato sostegno, rischiano di abbassare definitivamente la
saracinesca". Avolio ha anche sottolineato che "sulle donne sono
ricadute la maggior parte delle incombenze familiari,
moltiplicatesi durante la pandemia: maggior tempo speso per
l'istruzione dei figli a distanza, la loro cura e non solo".
Pertanto, il Movimento Donne Impresa ha elencato le macroaree su
cui di deve intervenire: conciliazione dei tempi di vita/lavoro,
promozione dell'occupazione femminile, assegni familiari,
detrazioni, contributi, pensioni, lavoro agile, ricerca e
sviluppo, innovazione anche dei modelli di business e del
modello di società e di economia da costruire in regione,
digitale. "Per un verso - ha concluso Avolio - si tratta di
aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro
supportando il lavoro di cura, per l'altro di facilitare l'avvio
delle imprese e consolidare lo sviluppo di quelle esistenti".
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