Musiche d'organo scritte fra la
prima metà del 1500 e la seconda del 1700 da Giovanni Gabrieli,
Claudio Monteverdi, Adriano Banchieri, via via fino ad Antonio
Vivaldi, accostate a una composizione d'oggi dell'organista,
clavicembalista e musicologo bolognese Matteo Messori
costituiscono il programma del penultimo appuntamento (4 ottobre
alle 21 nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari) del
Festival "Serenissimi Organi" promosso dal Conservatorio
Benedetto Marcello di Venezia.
Per l'occasione, gli allievi Leonardo Mariotto e Sebastiano
Franz, strumentisti abili sia nelle tastiere che negli strumenti
ad arco, eseguiranno la Sonata composta per i due organi storici
settecenteschi dei Frari "In Die Sancti Francisci" che Messori,
titolare del corso di laurea in Organo e Composizione
organistica, ha scritto in rigoroso stile settecentesco. "Da
diverso tempo sta crescendo, parallelamente alle correnti della
composizione contemporanea, figlia delle avanguardie impostesi
nel primo Novecento, — spiega Matteo Messori — un movimento che
volge al recupero degli stilemi compositivi, anche in sede di
didattica, in uso nell'epoca rinascimentale e poi barocca. Senza
nessun intento museale, ma esprimendosi in una lingua che
suscita interesse nel pubblico odierno, molti esponenti del
mondo della musica barocca vogliono partire dalle basi
desumibili nelle fonti per creare musica nuova con la lingua di
allora. Già il compositore veneziano Ermanno Wolf Ferrari (1876
- 1948) si era imposto internazionalmente per una lingua
fortemente debitrice dei modelli dei grandi antichi, in un
totale rifiuto delle avanguardie compositive a lui
contemporanee".
La Sonata di Messori in quattro movimenti (Preludio, Fuga,
Aria su Corale e Giga) è un omaggio alla tradizione dei
musicisti francescani tra Venezia e Bologna (Padre Martini fra
tutti, il suo allievo attivo ai Frari Giuseppe Paolucci, il
maestro di cappella bolognese attivo a Venezia Giacomo Giuseppe
Saratelli), tradizione fortemente fusa in questo brano con le
maniere tipiche della scuola di Johann Sebastian Bach.
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