Un nuovo allestimento arricchisce
dal 15 giugno la rete dei Musei del Cibo di Parma: è il Museo
del Tartufo uncinato di Fragno, legato all'area della Val
Baganza e ospitato nei suggestivi sotterranei del municipio di
Calestano. Figlio del fulmine, secondo gli antichi, umbratile e
misterioso, amato da Petrarca, raccolto con l'aiuto del fido
Lagotto, apprezzato da Principi e Signori, dispiega i suoi aromi
in cucina e invita gli appassionati a una "caccia" inattesa.
Il Museo - che sarà inaugurato sabato alle 11, con ingresso
gratuito per tutti senza prenotazione - è articolato in sei
sezioni e la visita non è stata creata per essere soltanto
didattica, ma anche ludica e fortemente interattiva: il tartufo
va cercato e non si trova facilmente. Per questo sono stati
inseriti nel percorso museale diversi elementi "nascosti" che i
visitatori sono invitati a individuare grazie ad una "mappa
criptata", in modo da sollecitare la curiosità e partecipare ad
una vera e propria ricerca del tartufo all'interno del museo.
Si comincia esplorando le bellezze di un territorio
incontaminato, per seguire il cane alla ricerca del prezioso
fungo. La sala della botanica aiuta a comprendere il suo
complesso e affascinante meccanismo di diffusione, invita a
riconoscerne forme e aromi e a scoprire i misteriosi legami con
alcuni specifici alberi del bosco. La sala della gastronomia
propone, su un tavolo interattivo, il menù di un pranzo da re,
fra personaggi famosi, menù e ricette d'epoca, abbinamenti
inusuali, curiosità e video. Infine l'ultima sala porta a
conoscere questo simbolo di eccellenza, le modalità di
conservazione, le storiche famiglie dedite alla cerca e alcuni
impieghi inattesi.
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