Aveva già avuto incontri
ravvicinati con le istituzioni nazionali nell'ormai lontano 2017
quando, alla Festa della Musica di Roma, la presidente Laura
Boldrini lo premiò con la Medaglia della Camera dei Deputati per
'il talento musicale e l'affermazione in vari concorsi
internazionali': il ventiquattrenne pianista bolognese Pietro
Fresa il 26 maggio prossimo torna a incontrarsi con un'altra
istituzione dello Stato esibendosi da solista nella Cappella
Paolina per i Concerti del Quirinale, dove spesso è presente
anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il
concerto, alle 11.50, sarà trasmesso in diretta su Radio3 Rai.
Il nome di Fresa ha cominciato a circolare in ambito musicale
proprio nel settembre 2017, quando debuttò alla St. George's
Hall di Liverpool, con il Concerto N. 3 per pianoforte e
orchestra di Beethoven, in rappresentanza dell'Italia per la
manifestazione "Bologna-Liverpool, città della musica Unesco".
Il giovane ma già acclamato artista si è formato al
Conservatorio Martini di Bologna dove si è diplomato sotto la
guida di Carlo Mazzoli sempre in quel 2017, anno a lui
evidentemente congeniale. Successivamente si è perfezionato
all'Accademia Pianistica Internazionale "Incontri col Maestro"
di Imola, dove ancora è seguito da Boris Petrushansky,
alternando gli studi ad una carriera che lo vede protagonista a
livello internazionale. Lo scorso marzo è uscito il suo primo cd
per Movimento Classical, dedicato interamente alla musica per
pianoforte solo di Mozart.
Quegli stessi brani Pietro Fresa li proporrà nel concerto
romano di domenica prossima, dalle Dodici variazioni in do
maggiore su "Ah, vous dirais-je, Maman" alla Fantasia in re
minore, dal Rondò in re maggiore alla Sonata N. 12 in fa
maggiore. E se il leggendario pianista franco-tedesco Walter
Gieseking (1895 - 1956) amava dire che "La musica per pianoforte
di Mozart è facile da suonare per i bambini ma è difficilissima
per gli artisti", toccherà ora a Pietro Fresa dimostrare che
anche un'artista sulla via ormai della consacrazione non ha
problemi con un repertorio tanto amato e popolare quanto, tutto
sommato, poco eseguito dal vivo, soprattutto in programmi
monografici.
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