Diversi attivisti contusi e un manifestante di 71 anni ferito a una mano, portato in ospedale al Rizzoli per accertamenti. È il bilancio degli scontri di questa mattina al parco don Bosco, periferia di Bologna a due passi dalla sede della Regione, dove all'alba è iniziato lo sgombero del presidio che da tre mesi va avanti per difendere l'area verde e gli alberi, che vengono sacrificati per il rifacimento dell'area stessa e della nuova scuola al posto di quella attuale.
Diversi sono stati i momenti di tensione con le forze dell'ordine - carabinieri e polizia in tenuta antisommossa - per tutta la mattinata, fino al primo pomeriggio. Alcuni ragazzi hanno divelto anche la recinzione del cantiere del tram adiacente al parco, per entrare nell'area dove gli operai oggi hanno tagliato i primi alberi. Poi, finito l'intervento, anche agenti e militari hanno abbandonato l'area, tra qualche applauso ma soprattutto tra residenti rassegnati e demoralizzati per aver visto cadere giù i primi fusti. Su una catasta di rami il cartello sarcastico "La città più progressista d'Europa". Tanti i cori e gli slogan contro l'Amministrazione comunale e in particolare contro il sindaco dem Matteo Lepore.
Gli attivisti del comitato Besta sono da dicembre in presidio nel parco, alcuni anche "installati" sugli alberi e con tende. Nei giorni scorsi il Tribunale civile di Bologna aveva respinto il ricorso dei comitati che chiedevano lo stop ai lavori delle nuove scuole Besta per valutare una soluzione alternativa al progetto attuale. Di qui l'intervento del Comune per procedere. Il progetto prevede infatti il rifacimento di tutta l'area, con la costruzione di una nuova scuola e nuovi alberi. Per gli attivisti invece gli alti fusti presenti, sani e decennali, avrebbero dovuto essere salvati.
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