/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Morta in corsia: Corte, Poggiali non ha ucciso nessuno

Morta in corsia: Corte, Poggiali non ha ucciso nessuno

Le motivazioni dell'assoluzione dell'ex infermiera di Lugo

RAVENNA, 07 maggio 2022, 19:29

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessuna manipolazione dei reperti da parte dell'imputata, mancanza di un movente plausibile, indici statistici sulla mortalità in corsia non riconducibili a specifiche condotte, ma soprattutto il metodo con cui era stata attribuita l'iniezione letale di potassio, non è accettato in maniera unanime dalla comunità scientifica. In sintesi sono queste le motivazioni con le quali la Corte d'Assise d'Appello di Bologna ha spiegato l'assoluzione pronunciata il 25 ottobre scorso nei confronti di Daniela Poggiali, la 49enne ex infermiera accusata di avere ucciso l'8 aprile del 2014 all'ospedale 'Umberto I' di Lugo (Ravenna) la paziente 78enne Rosa Calderoni a poche ore dal ricovero. "Ora, dopo sette anni, si può dire con assoluta certezza che non esistono uccisioni avvenute in passato o morti causate dalla Poggiali", scrive la Corte in un passaggio delle 253 pagine di sentenza. "Una vicenda processuale molto complessa - ha chiarito il presidente della Corte nonché estensore della motivazioni Stefano Valenti, in pensione da fine 2021 - che come tale "espone a un serio rischio di disorientamento". Del resto si trattava del sesto grado di giudizio, un appello-ter insomma: in primo grado la Corte d'Assise di Ravenna aveva condannato all'ergastolo l'imputata poi assolta in altrettanti appelli a Bologna sconfessati da altrettante Cassazioni a Roma. "Se nel testo della relazione" il consulente tecnico della Procura - si legge nelle motivazioni - "avesse avuto cura di chiarire meglio i confini, invero minimali, del consenso del suo metodo, si sarebbero probabilmente evitati i cinque gradi di giudizio e forse anche lo stesso rinvio a giudizio". Inoltre "gli stessi autori dello studio "hanno fatto ricognizione dei loro errori ammettendoli ed emendandoli con uno studio del 2020". Tanto che se la consulenza fosse stata affidata ai medesimi esperti nel 2021, "il risultato sarebbe stato neutro".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza