All'indomani dell'annuncio di
Italia Nostra di avere presentato alla Procura di Rimini un
esposto in cui è richiesto il sequestro preventivo del cantiere
per i lavori nell'area del Ponte di Tiberio, il Comune di Rimini
espone le sue ragioni con una lunga nota in cui tocca anche il
tema più controverso, quella della foratura di un tratto delle
mura di contenimento dell'invaso osservando come questo "non
ricada nell'ambito di un interesse archeologico".
Oltre a ripercorrere gli obiettivi del progetto,
l'Amministrazione mette in fila autorizzazioni, pareri e nulla
osta acquisiti, tra gli altri, da Soprintendenza, Provincia,
Ministero delle Infrastrutture, Arpae e Protezione Civile
regionale. Quanto alla "foratura" delle mura, viene
sottolineato, il tratto "non ricade nell'ambito di un interesse
archeologico poiché le strutture sono posteriori all'epoca
romana e si trovano fuori terra. L'ambito è dunque quello
architettonico-monumentale. I riferimenti a riferimenti
'archeologici' non sono attinenti".
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