L'anniversario della morte di
Raffaello (6 aprile 1520 - 6 aprile 2020) coincide con un'altra
ricorrenza: la scomparsa del ricco banchiere del papa, il senese
Agostino Chigi, avvenuta l'11 aprile 1520, a distanza di soli
cinque giorni dal maestro di Urbino. Grandi protagonisti del
Rinascimento, seppure a diverso titolo, i due sono stati
accomunati da uno stretto rapporto di amicizia e anche
dall'ambizione umanistica del magnum facere, tanto che Agostino
Chigi, insieme ai papi Giulio II e Leone X, è stato il
committente più assiduo e munifico di Raffaello.
E' stato così che il grande Raffaello ha frequentato la
residenza del banchiere Agostino, l'attuale Villa Farnesina,
per dipingere il celeberrimo affresco nella Loggia di Galatea e
decorare la volta della Loggia di Psiche, ma anche come
'familiare' del padrone di casa, ammirando e studiando le
collezioni antiquarie che Agostino andava raccogliendo nella
villa e nei suoi giardini (statue, ma anche rilievi, medaglie e
spettacolari cammei), in qualche modo modelli per le invenzioni
che l'Urbinate con la sua scuola e altri artisti diffondevano
attraverso dipinti, arazzi, stampe, vasellami.
Al rapporto di amicizia tra i due e ai capolavori che
nacquero anche grazie a questo sodalizio è dedicata la mostra
aperta al pubblico dal 1 ottobre 2020 al 10 gennaio 2012 a
Villa Farnesina in occasione del V centenario della morte di
Raffaello e Agostino Chigi .
Curata dal socio Linceo Alessandro Zuccari e dalla storica
dell'arte Costanza Barbieri , l'esposizione metterà in luce un
aspetto cruciale del Rinascimento finora non sufficientemente
evidenziato: se la svolta classica di Raffaello nel secondo
decennio del Cinquecento è ben nota, poca attenzione è stata
riservata all'influenza che la prestigiosa collezione di statue,
sarcofagi, rilievi, cammei e monete antiche raccolte da Agostino
Chigi nella sua Villa ebbe sull'Urbinate. Approfondite indagini
permettono oggi di ricostruire in modo più circostanziato quelle
"magnifiche raccolte", disperse dopo la morte del banchiere
senese e trasmigrate in altre grandi collezioni romane ed
europee.
Grazie a importanti prestiti di opere provenienti dal Museo
Nazionale Archeologico di Napoli, dalla Galleria degli Uffizi di
Firenze, dai Musei Capitolini e dal Museo di Palazzo Altemps di
Roma, dallo Staatliche Kunstsammlungen-Skulpturensammlung di
Dresda, dal Kunsthistorisches Museum di Vienna e dai Musei
Vaticani - sarà possibile riallestire, almeno in parte, la
collezione del Chigi nel suo luogo originario e avere piena
comprensione di quanto sia stata fonte d'ispirazione per lo
stile classico di Raffaello e della sua scuola, di Peruzzi, di
Sebastiano del Piombo e del Sodoma, contribuendo allo sviluppo
del pieno Rinascimento.
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