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Orizzonte e sguardo, l'occhio di Ortega

Orizzonte e sguardo, l'occhio di Ortega

Al Macro Testaccio prima personale dell' artista messicano

ROMA, 10 gennaio 2018, 12:53

Redazione ANSA

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ROMA - L' orizzonte e lo sguardo, un legame per trovare "altri tipi di itinerari, fondamentalmente mentali, ma, a loro volta, spaziali". E' l'intreccio che occupa un ruolo centrale nel lavoro dell' artista messicano Luis Felipe Ortega, di cui il Macro Testaccio ospita dall' 8 febbraio al 22 marzo "A Horizon Falls, a Shadow", prima mostra personale in Italia con opere che spaziano tra video,fotografia,installazione, disegno.
    La produzione di Ortega, che ha rappresentato il Messico alla 56.a Biennale di Venezia, ruota intorno all' "esercizio dell'osservazione" e richiede una visione prolungata. Se in "Horizons" (2013 - 2017) il lapis compone le tonalità diverse di un orizzonte, di uno spazio reale quanto mentale, in "Looking trougth something that appears to be oneself" (2014) il visitatore è invitato a rispecchiarsi nei frammenti del reale, fotografati. Nel video Altamura (2016) le immagini di un paesaggio, accompagnate dalle voci di poeti, scrittori filosofi, scorrono quasi come fotogrammi. C' è spazio anche per l' attualità: ai 43 studenti di Ayotzinapa rapiti in Messico nel 2016 e uccisi è dedicato "Long Night in the Present" (2016). E ancora, l' istallazione "Landscape and Geometry" (2017), dedicata a Pier Paolo Pasolini: un luogo tra vuoto e pieno, dove alla leggerezza della trama ordita dai fili si accompagna la pesantezza delle pietre. L'ispirazione viene da un articolo del 1975 in cui lo scrittore denunciava la scomparsa delle lucciole a causa dell' inquinamento e vi leggeva una metafora della trasformazione dell'Italia, e della omologazione culturale prodotta dalla società dei consumi. Artista multimediale, Luis Felipe Ortega si concentra sul concetto di viaggio, di scultura del paesaggio, di silenzio e vuoto, risorse attraverso cui approfondire il soggetto contemporaneo. Per la curatrice Lucilla Meloni, "prende così forma il corpus di un'arte silenziosa e riflessiva, a cui sembra essere sotteso un ordito geometrico, che tra video, fotografia, pittura, disegno, scultura, installazione, si misura con la fenomenologia del mondo e tenta di instaurare un ordine foriero di nuove visioni e di nuovi equilibri".
   

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