Una morbida architettura che si muove
con il vento, concepita per dissolvere il confine tra il dentro
e il fuori, da percorrere attraversando un corridoio in cui due
grandi tende semitrasparenti, in pvc e voile, alte 11 metri e
lunghe 30, creano una sorta di museo a cielo aperto: dal 25
febbraio all'8 maggio la piazza Alighiero Boetti del Maxxi e la
lobby del museo saranno abitate dall'installazione site specific
"A Retrospective", tappa del progetto itinerante "Inside
Outside", firmato dall'artista olandese Petra Blaisse. Modellata
sugli spazi esterni ed interni del Maxxi, terza tappa del
progetto che è stato esposto all'ETH di Zurigo (2018) e alla
Triennale di Milano (2020), l'installazione entrerà ora a far
parte della collezione architettura del museo capitolino:
obiettivo di "A Retrospective" è ripercorrere e "mettere in
scena" scena 70 progetti realizzati in 20 anni dallo studio
Inside Outside, fondato ad Amsterdam nel 1991 da Petra Blaisse.
Tra i progetti più significativi raccontati dall'installazione,
tutti incentrati sulla relazione proficua e sempre mutabile tra
interno ed esterno e realizzati seguendo un approccio
interdisciplinare (combinando tecnologia dei materiali da un
lato e arti applicate, landscape e interior design dall'altro),
anche Il parco Biblioteca degli Alberi, landmark e cuore verde
dello skyline innovativo di Milano realizzato nel 2018, il parco
commemorativo della tragedia del Polcevera, primo passo del
grande progetto di rigenerazione urbana per Genova in
collaborazione con lo Studio Stefano Boeri o lo spettacolare e
cinetico allestimento espositivo presso la Humboldt University a
Berlino. Nella lobby invece "A Retrospective", a cura di Fredi
Fischli e Niels Olsen, documenta la storia dello studio
attraverso alcuni modelli, tra cui anche quello
dell'allestimento per la mostra "A story for the future",
realizzata lo scorso anno per i primi 10 anni di vita del Maxxi,
o il modello per la Biblioteca Lochal a Tilburg, in Olanda. A
completare l'installazione una trama di linee che si
intersecano, ancora una volta come ulteriore forma di
collegamento tra il dentro e il fuori. "E' stato facile e veloce
realizzare l'installazione, siamo abituati a lavorare
nell'architettura e sull'architettura, questo edificio
progettato da Zaha Hadid è incredibile, molto robusto e chiaro
allo stesso tempo", ha spiegato l'artista.
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