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Albania, viaggio nel Paese delle Aquile da Tirana a Durazzo

Albania, viaggio nel Paese delle Aquile da Tirana a Durazzo

26 aprile 2019, 18:04

di Paola Barbetti

ANSACheck

Saranda iStock. VIAGGIART - RIPRODUZIONE RISERVATA

Saranda iStock. VIAGGIART - RIPRODUZIONE RISERVATA
Saranda iStock. VIAGGIART - RIPRODUZIONE RISERVATA

SARANDA - E’ il Paese delle Aquile ma siamo accolti da un gufo salendo gli scalini di legno dell’agriturismo Mrizi i Zanave dello chef Altin Prenga. Un gufo dal piumaggio reale, indifferente e placido alle nostre esclamazioni di sorpresa, come una presenza fiabesca. Entriamo, un tripudio di pietra viva e legno, colori caldi, odori antichi. Ma la vera sorpresa sarà per il palato e per gli occhi. Mrizi i Zanave (proprio "L’ombra delle fate", +355 692108032, FbMrizi i ZanaveFishteLezhe) si trova a circa un’ora da Tirana, nel villaggio Fishte, in mezzo a un bosco, non lontano da uno dei campi di lavoro forzato del passato regime. 

L’Albania è l’unico paese europeo ateo per legge, nel 1967 il dittatore Enver Hoxha dichiarò l’ateismo di Stato. Si festeggiavano di nascosto le feste religiose e si mangiava pane caldo con farina benedetta, formaggio e aglio fresco. Oggi Altin Prenga è un giovanotto ma ricorda bene quei sapori clandestini e il suo lavoro di paziente recupero di una cucina dell’orgoglio (in Albania la tavola di Altin è molto apprezzata, frequentatada ministri e vip, è un punto di riferimento di slow food) punta a una riscoperta che diventa di fatto una riflessione sulla storia albanese. 

Altin è arrivato in Italia nel 1998, a 15 anni, a bordo di uno di quei barconi fatiscenti che vedevamo in Tv e a cui erano aggrappati migliaia di disperati, ha lavorato per molti anni in varie regioni, tra cui il Trentino ma poi, in una sorta di viaggio a ritroso (come stanno facendo altri giovani albanesi), è tornato al suo paese d’origine. Oggi serve 60.000 coperti l’anno, ha creato una rete a km zero di centinaia di contadini e pastori che lo riforniscono dei prodotti migliori del territorio, compresa una preziosa squadra di raccoglitori di piccoli frutti (dovete assaggiare le sue tagliatelle ai mirtilli selvatici!). Nei suoi piatti c’è tutta la magia di una memoria antica che riemerge, ingredienti sorprendenti, sapori che rimandano alle fiabe che ascoltavamo da bambini. Una cucina dell’orgoglio ritrovato. "Vorrei che gli albanesi - dice - diventino orgogliosi di fare i contadini come lo sono i contadini italiani, fieri dell’importanza del loro lavoro e dei loro prodotti". Il vino arriva dalle vicine vigne di Kallmet. Per chi trova che la distanza di un’ora da Tirana sia eccessiva, Mrizi i Zanave dispone anche di una decina di camere. Al risveglio potrete incuriosirvi osservando uno dei 175.000 bunker fatti costruire da Enver Oxa, è ancora là, poco lontano dall’ingresso dell’agriturismo di Altin. Ma il gufo intanto, sarà sparito.

Come una punteggiatura sinistra del territorio, i bunker accompagneranno ovunque il vostro viaggio attraverso l’Albania, inquietanti eppure mai utilizzati, strumenti silenziosi del regime per evocare la delirante minaccia di un attacco nucleare o un’invasione imminenti. Una chiave per leggere un paese complesso, ancora diviso tra un passato doloroso e una modernità che disegna di grattacieli e specchi i nuovi centri urbani, le luci festose delle città costiere, i tanti giovani dallo sguardo fiero. Un paese dove è ancora facile incontrare un asino con il suo carico e accanto un uomo dal passo paziente, come in un’Italia del dopoguerra; un paese orgoglioso con un futuro da cogliere, che si manifesta con i numeri delle presenze turistiche di anno in anno più consistenti, confermando il crescente interesse per l’Albaniadalle grandi potenzialità e bellezze naturali ancora inesplorate, abbinate a prezzi accessibili.

I 470 chilometri di costa albanese attirano ogni anno di più tedeschi, polacchi, francesi e i turisti del Nord Europa. Gli italiani si piazzano ai primi posti per maggiori presenze (circa 436 mila nel 2018, il 20% in più). L’alternativa dell’Aquila nera bicefala (la bandiera dell’Albania su fondo rosso: una testa rivolta a Oriente, l’altra a Occidente, guardando sia a Roma che a Costantinopoli) diventa la risposta alle spiagge più affollate della vicina Grecia. L’Albania è insomma la nuova Grecia. "Impossibile non copiare l’Italia, ma non vogliamo fare i vostri errori" dice il premier Edi Rama raccontando la consapevolezza di voler cogliere i vantaggi di una chance turistica finalmente arrivata ma sapendone vedere anche i pericoli.

Dall'Italia, Adria Ferries garantisce collegamenti giornalieri via mare da Trieste, Ancona, Bari a Durazzo, con veicolo al seguito visto che nel Paese delle Aquile i collegamenti non sono semplici, con una ferrovia inesistente e una rete viaria che ricorda l’Italia del dopoguerra, nonostante i progressi compiuti. La compagnia armatoriale, che fornisce anche pacchetti turistici, ha anche una particolare attenzione per modelli di business orientati alla ecosostenibilità.

Nel tragitto verso le baia di Valona (che fu la prima Capitale, Tirana lo è dal 1920), ammirerete le lunghe spiaggia di sabbia e una delle dieci aree protette del paese, dove i parchi naturali sono 15 e coprono molte aree di montagna, un settore turistico questo sul quale l’attuale governo intende puntare.

Tra le spiagge più rilevanti a sud di Valona, dove il Mare Adriatico incontra il Mar Ionio, ci sono Ksamili, Orikum, Himara fino alla piccola perla di Saranda; a nord Velipoja e Shengiin; al centro oltre a Durazzo la baia di Lalezi, Mali i Robit, Spille, Karpen.

Ma il percorso è disseminato da gioielli come l’antica città ottomana di Berat, patrimonio Unesco, la "città dalle mille finestre". Quartieri fortificati di antiche case in pietra, chiese e moschee, Berat rappresenta ancora oggi un esempio di plurisecolare tolleranza e di pacifica convivenza tra cristiani e musulmani. Il ponte di Gorica, 127 mt di lunghezza di epoca ottomana, sul fiume Osum, unisce i quartieri di Gorica e Mangalem. Da visitare la vicina fortezza di Berat, dove il condottiero Scanderbeg subì una delle sue pochissime sconfitte.

Il lungomare di Valona offre, oltre a belle passeggiate, esperienze culinarie da sottolineare, ad esempio se amate il pesce azzurro e prodotti dell’orto non potete perdere Bujar (00355 695537476 – 00355 692041144 . Su Fb RestaurantBujar) dove trovare freschissimi esemplari di piccola taglia con originali salse di rabarbaro, verdure selvatiche, trionfi di frutta.

Molto consigliata la gita in barca intorno alla penisola di Karaburun, inserita nel Parco nazionale marino di Karaburun-Sazan, meta molto amata dagli amanti delle immersioni per le specie marine, grotte e baie incontaminate, antichi relitti sommersi; da non perdere anche le spiagge della zona di Orikum, 20 km a sud di Valona. Molto bella l’escursione da Valona fino a Saranda.

Sempre da Valona, l’opzione culturale punta invece al vicino sito archeologico di Apollonia, in onore del tempio al dio Apollo di cui rimangono parte delle rovine. Fondata nel 588 a.C. da coloni greci della attuale Corfù, Apollonia fu importante porto, punto di partenza anche della via Egnatia. Divenne colonia romana, incorporata nella provincia dell’Epiro. L’ imperatore romano Ottaviano vi compì gli studi nel 44 a.C. e proprio qui apprese la notizia che il patrigno, Cesare, era stato assassinato.

Non potete lasciare l’Albania senza esservi immersi in uno dei suoi bunker claustrofobici. Quello al centro di Tirana, non lontano da piazza Scanderbeg, merita la visita. E’ uno dei più grandi, antisismico e antiatomico, cela un tunnel collegato direttamente con il Ministero degli Interni, comprende oltre a numerose stanze per soldati e apparati di difesa, lo studio e la stanza da letto del ministro, oltre a alcune celle e camere di tortura. Oggi Bunk’Art 1 e quello che avrebbe dovuto ospitare EnverOxha appena fuori Tirana, Bunk’Art 2, ampio ben 2680 metri quadri, sono diventati musei della memoria, da percorrere tra le divise militari, gli oggetti, i filmati dell’epoca in una sorta di viaggio nel delirio allucinato del regime, una visita istruttiva per tutti, soprattutto per i più giovani.

Non incontrerete molti edifici di culto: la dittatura di Oxha ha provveduto anche nell’opera meticolosa della cancellazione della memoria. Durante il regime, durato dal 1944 fino alla morte di Hoxha nel 1985, furono fatte esplodere con la dinamite o usate come depositi di armi e materiali, ben 2.500 chiese. Alla popolazione era vietato l'uso della televisione, o in alcuni casi persino ballare o cantare una canzone che ricordasse lo stile di vita occidentale, pena l'ergastolo.

Gli albanesi amano molto l’Italia, fin dai tempi in cui guardavano in apparecchi Tv clandestini il Festival di Sanremo: difficile imbattersi in un residente che non parli almeno un po’ di italiano. Il genio dell’architettura e del design italiani è ben visibile nel Palazzo del re a Tirana, l’ultimo palazzo reale costruito in Europa, l’unico in cui un re non ha mai dormito. Alla realizzazione dell’edifico, 1.250 metri quadri interni circondati da 75 ettari di boschi, e dei suoi elegantissimi arredi, lavorarono Gherardo Bosio e altri architetti della scuola di Giò Ponti.

Anche Durazzo conserva vestigia romane, le mura e un anfiteatro nel centro della città. offre perle culinarie affacciate sul porto (Piazza Restorant +335 o52237601), grandi boulevard alberati, strade per lo shopping e una vivacità che colpì anche Catullo duemila anni fa che definì la città portuale "la taverna dell’ Adriatico".

Quest’anno l’Albania si prepara a un altro boom turistico, suscitando l’interesse dei grandi big del settore: l’anno scorso le presenze straniere hanno sfiorato i 6 milioni di turisti, con una crescita di oltre il 15% rispetto all’anno prima.

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