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Pane 'carasau' entra nel vocabolario

Pane 'carasau' entra nel vocabolario

A Cagliari incontro con studenti per centenario casa editrice

CAGLIARI, 15 novembre 2017, 15:42

Redazione ANSA

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CAGLIARI - Il pane carasau entra nel vocabolario Zingarelli. Lo fa in un momento storico, in occasione del centesimo anniversario del dizionario della casa editrice Zanichelli. La definizione: tipo di pane sardo a forma di disco molto sottile e croccante, adatto a essere conservato a lungo.
    Provenienza: dal sardo carasare, cioè tostare. Perché dopo la cottura si ripassa nel forno. Il vocabolo è stato presentato al Liceo classico Dettori nell'ambito di un tour di presentazione della nuova edizione del dizionario: in cattedra il linguista e critico letterario dell'Università di Cagliari Massimo Arcangeli e la sociolinguista e traduttrice letteraria dell'Università di Firenze Vera Gheno.
    Non è la prima volta che un termine in 'limba' entra nelle pagine da sfogliare per evitare errori in italiano o conoscere il significato delle parole: celebre il precedente dei malloreddus. Ma c'è anche "guttiau" sempre riferito al pane.
    Insomma l'ingresso nel vocabolario per la Sardegna passa per la tavola.
    "Spesso i prodotti tipici - spiega Arcangeli - diventano popolari per la loro diffusione nazionale, magari aiutata dall'industria, come il panettone".
    Ed evidentemente il pane carasau, pur rimanendo tipico, è diventato, oltre che buono, anche famoso. La sociolinguista, uscendo dalla Sardegna, ha ricordato la storia del tormentone "petaloso". Un termine accolto da un sospiro degli studenti.
    Come dire: non ne possiamo più. "Ma non è entrata - ha detto Gheno, quasi a rassicurare i ragazzi - nel vocabolario".
    Un dizionario che sta diventando sempre più un libro pieno di informazioni e suggerimenti. A volte semisconosciuto: anche un linguista esperto può fermarsi alla conoscenza di 120mila parole su 145mila. "Non bisogna avere paura - ha detto Arcangeli - delle contaminazioni. E aggiungo una provocazione: il dizionario contrassegna con un rombo le parole dell'italiano fondamentale e con un fiore i termini che si stanno perdendo. Io aggiungerei anche il cuore per le parole che denotano sentimenti di affetto.
    E il segno di picche per le parole che non si possono cancellare ma che non si devono usare".
   

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