(di Ida Bini)
Disegni, stampe, quadri, fotografie,
filmati, libri, mosaici, ventagli e strumenti scientifici,
allestiti fino al 28 aprile nel Tempio di Romolo, raccontano la
storia del Foro Romano tra il Cinquecento e il Novecento, quando
era un paesaggio semi-rurale ai margini della città.
L'allestimento si intitola 'Lo sguardo del tempo. Il Foro Romano
in età moderna' e racconta il Foro attraverso una ricca serie di
testimonianze iconografiche, riproposte in copia o in digitale,
e l'esposizione degli oggetti legati alla cultura del Grand Tour
e alla vita quotidiana e professionale di chi visse e lavorò nel
Foro Romano. Oggi si presenta ai visitatori nell'aspetto assunto
a partire dagli anni dell'Unità di Italia, dopo una lunga serie
di scavi, restauri e sistemazioni. Pochi però conoscono quale
sia stato l'aspetto di questi luoghi, quando l'area del Foro
Romano era uno straordinario paesaggio semi-rurale ai margini
della città abitata, che tuttavia rappresentava per viaggiatori
ed eruditi di tutta Europa il cuore antico dell'Urbe e uno dei
luoghi più amati e celebrati della cultura internazionale. Un
paesaggio straordinario, fatto di monumenti, natura e da
un'umanità cosmopolita di cui restano migliaia di testimonianze
scritte e iconografiche, che, in assenza di adeguati supporti,
per i visitatori è difficile leggere passeggiando nell'attuale
Parco archeologico. "L'idea di questo nuovo allestimento
temporaneo - spiega Alfonsina Russo, direttore del Parco
archeologico del Colosseo - nasce dalla volontà di potenziare e
allargare la nostra capacità di raccontare ai visitatori i tanti
valori culturali ancora inespressi del Parco. Il Foro Romano è
stato forse il luogo e il paesaggio più rappresentato e amato
della storia europea, ed è un luogo che appartiene di diritto a
tutta l'umanità. Raccontare a chi lo visita oggi quale sia stato
il suo aspetto e le sue funzioni nei secoli dell'età moderna ci
aiuta a rendere il Parco archeologico del Colosseo un luogo
della cultura sempre più condiviso, partecipato e inclusivo".
"Il tempio di Romolo - prosegue Alfonsina Russo - si trova lungo
la via Sacra, sul percorso che ogni giorno migliaia di turisti
fanno per visitare il Foro Romano. La sua posizione e la sua
straordinaria forma architettonica ci sono sembrati ideali per
offrire ai visitatori un punto di sosta e riflessione didattica,
che fosse, almeno per chi entra dall'Arco di Tito, un vero e
proprio vestibolo di ingresso e accoglienza al Foro Romano".
"Raccogliere e scegliere quali temi e aspetti raccontare di
questo straordinario paesaggio attraverso le immagini e gli
oggetti non è stato affatto facile - ha commentato Roberta
Alteri, co-curatrice del progetto - Ci siamo trovati di fronte a
una mole infinita di documenti, testi, immagini e studi che
rischiavano di disorientarci. Nella scelta abbiamo cercato di
dare conto di quelli che secondo noi sono stati i principali
valori culturali espressi nel tempo da questo paesaggio, da
quelli pubblici e internazionali a quelli più intimi e privati.
Non abbiamo pensato al valore estetico o economico delle opere,
ma al loro potenziale documentale, con un'ottica di selezione
molto archeologica". "L'allestimento, che ci teniamo a
sottolineare non è una mostra - ha aggiunto Alessio De
Cristofaro, co-curatore del progetto - è pensato come racconto
visivo per tutti i visitatori del Parco. Grazie al semplice
meccanismo dell'oggetto-memoria e al supporto delle immagini e
di brevi testi vogliamo fornire alcune informazioni e spunti di
suggestione e riflessione a chiunque voglia avvicinarsi alla
storia dei nostri monumenti, per sentirsene meglio parte
integrante. Oggetti, immagini e video sono pensati come una
sorta di iper testo diffuso nello spazio allestito".
L'allestimento è accompagnato da un programma di visite guidate
e di conferenze su alcuni dei temi rappresentati, a partire dal
mese di gennaio.
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