L'indagine ha coinvolto 2.162 aziende agricole italiane di cui 492 imprese vitivinicole. Come spiega Dallaglio, sono stati individuate 234 variabili, suddivise in quattro microaree (sostenibilità ambientale e sociale, gestione dei rischi e delle relazioni e qualità dello sviluppo).
"Il bello di questo movimento è la sua diffusione del territorio - conclude Dallaglio - l'Italia è una terra di eccellenza e c'è consapevolezza che questo sia anche un fattore di business, perché il vino, oltre a essere un prodotto di qualità, rappresenta anche questo". Secondo il report, l'attenzione alla qualità delle produzioni è un tratto distintivo del settore, con il 66,1% delle aziende intervistate che dichiara di aver ridotto l'uso dei fertilizzanti. Il 70,4%, inoltre, ha organizzato attività per 'la valorizzazione del capitale umano' e il 63,3% ha migliorato la sicurezza nei luoghi di lavoro. "Il rapporto è una fotografia con la quale vogliamo far sì che ci sia un'adesione sempre più alta ai criteri di sostenibilità - dice Virginia Antonini, direttrice della comunicazione e sostenibilità di Reale Group - ormai non è solo una questione di etica, ma si tratta anche di un importante fattore strategico per le imprese".
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