Potrebbero ridursi del 15% i costi
delle certificazioni dei vini Doc e Docg, che i produttori
italiani devono pagare ogni anno, vale a dire 47 milioni di euro
cui vanno aggiunti altri circa 10 milioni di costi gestionali
interni. Lo fa sapere Ernesto Abbona, presidente di Unione
Italiana Vini, lanciando la proposta 'taglia-costi' presentata
alla filiera e al ministero delle Politiche agricole,
nell'ambito del confronto in atto sui decreti attuativi del
Testo Unico. Secondo l'Unione l'attuale sistema è da rivedere
anche perchè introduce gravi squilibri nella concorrenza tra le
aziende; i costi obbligatori, infatti, presentano forti
oscillazioni da zona a zona, aumentando da 10 a 30 volte.
I 4 punti cardine della proposta Uiv spaziano dalla
dematerializzazione, ai sistemi alternativi di tracciabilità,
all'uniformità dei costi a livello nazionale, alla
semplificazione delle procedure per le piccole Doc. ''Il sistema
dei controlli e della certificazione delle denominazioni è un
punto di forza del nostro vino ma vogliamo che funzioni meglio -
precisa Abbona - crediamo che le nostre proposte per
razionalizzare e ottimizzare la macchina della certificazione
porterebbero più efficacia nel monitoraggio della tracciabilità
e nei controlli, abbattendo in maniera considerevole i costi,
interni ed esterni, a carico delle aziende''.
A questo propositi l'Uiv ricorda che i costi
ispettivo-documentali e le fascette rappresentano l'80% delle
spese complessive da sostenere per la certificazione di un vino,
due temi sui quali si dovrà lavorare per ridurre sensibilmente
gli oneri economici e le sperequazioni tariffarie dell'intero
sistema.
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