E' stato assegnato al Parco
nazionale della Maiella il premio "Natura 2022 - categoria
Agroecologia" di Legambiente grazie al progetto "Vola Volé
Maiella National Park", produzione di vini biologici fermentati
con lieviti indigeni selezionati dal polline della flora
autoctona e con certificazione di biodiversità, realizzati con
la Cantina Orsogna. Il premio è stato consegnato a Rispescia
(Grosseto) nell'ambito della 34/a edizione di Festambiente,
durante la serata dedicata ai Parchi, in collaborazione con
Federparchi, sul tema "Agroecologia nelle aree protette".
Il direttore del Parco Luciano Di Martino, che ha ritirato
il premio insieme al direttore di Cantina Orsogna Camillo Zulli
e all'etnobotanico Aurelio Manzi, ha colto l'occasione per
raccontare le tappe della creazione del Centro di Conservazione
della Biodiversità Vegetale per l'Abruzzo, voluto dal Parco
della Maiella e dalla Regione Abruzzo con l'obiettivo di
salvaguardare le entità vegetali a rischio nell'ambito di
programmi di conservazione e valorizzazione. Oltre al progetto
sui lieviti e sul vino, le attività di indagine che hanno posto
le basi del Centro hanno permesso di recuperare alcune varietà
di Patata, ad esempio la "Sessanta dei Monti Pizzi" e la "Viola
dei Monti Pizzi", il grano duro "Marzuolo", i Fagioli "40
giorni" e "a caffè", materiali oggi conservati nella Banca del
Germoplasma a Lama dei Peligni (Chieti) e anche mantenuti in
coltivazione nelle aziende Custodi del Parco. Altri importanti
risultati sono stati raggiunti per la tutela delle specie
vegetali selvatiche più rare dell'Appennino Centrale, incluse
negli allegati II e IV della Direttiva Habitat, con il progetto
Life Floranet, di cui l'Ente Parco è capofila insieme a
Università di Camerino (Centro Ricerche Floristiche
dell'Appennino), Parco Regionale Sirente-Velino, Parco Nazionale
d'Abruzzo, Lazio e Molise, Legambiente onlus quali beneficiari
associati.
Tra i filoni di ricerca anche la tutela degli impollinatori,
che coinvolge un numero sempre più alto di apicoltori e recupera
fasce ecotonali di vegetazione nei territori marginali al fine
di favorire un ritorno delle attività agricole nelle aree
pedemontane.
Il direttore di Cantina Orsogna Zulli ha sottolineato che i
lieviti autoctoni selezionati sono un patrimonio pubblico a
disposizione di viticoltori, aziende vitivinicole e di chiunque
voglia sostenere processi naturali di fermentazione. Ha
descritto poi brevemente l'organizzazione dell'azienda agricola:
"Abbiamo stalle collegate che ci forniscono sostanza organica,
2500 ovini che pascolano nei vigneti, facciamo compostaggio di
tutta la vinaccia, non utilizziamo fonti esterne di
concimazione, non usiamo lieviti industriali, benché siano
ammessi in biologico. E dato che i lieviti presenti sulle arnie
sono comunque antropizzati, abbiamo deciso di puntare su quelli
provenienti dai frutti della Maiella a diverse quote, ribes,
corbezzolo e sorbo. Ad esempio per i vini del 2020 abbiamo
utilizzato il sambuco nero, per il 2021 il ribes".
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