L'allarme, si spiega in una nota, "riguarda il coleottero curculionidae, appartenente al genere Aclees sp., probabilmente di origine asiatica e la sua esistenza sembrerebbe strettamente associata al genere del ficus. Purtroppo non è considerato un parassita da 'quarantena' pertanto non sono in vigore decreti di lotta obbligatoria. E' proprio dall'avvistamento del 2015 che si sono registrate varie segnalazioni di danni, talvolta anche ingenti, su tutto il territorio toscano, in particolare nelle zone di Carmignano e nella Garfagnana a causa di numerosi attacchi dell'Aclees sp. su piante giovani e in piena produzione, che hanno poi portato a diffuse morie di piante, creando problemi di raccolto agli agricoltori e produttori di fichi secchi. Secondo quanto accertato il coleottero curculionide attacca le piante di fico conducendole progressivamente a morte, favorendone lo stroncamento a seguito dello scavo di gallerie corticali e nei tessuti legnosi.
L'attacco", si spiega ancora, si "sarebbe allargato in altre parti dell'Italia, come Lazio, Liguria, Piemonte e Abruzzo".
Per questo motivo, l'Associazione produttori di Carmignano ha indetto la petizione 'Salviamo il fico!', per raccogliere "quante più adesioni possibile per chiedere alla Regione e al ministero l'accesso a fondi per lo studio del coleottero e la ricerca di metodi utili alla salvaguardia delle piante di fico al fine di evitarne l'estinzione".
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