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Nei menu i formaggi certificati, ma 'nessun obbligo'

Nei menu i formaggi certificati, ma 'nessun obbligo'

Lollobrigida apre Cibus. 'Basta fake, intesa per valorizzarli'

BOLOGNA, 08 maggio 2024, 09:26

(Di Riccardo Rimondi)

ANSACheck

Nei menu i formaggi certificati, ma 'nessun obbligo ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un'intesa per valorizzare e tutelare, attraverso i ristoranti, le eccellenze del formaggio italiano. È l'obiettivo che si pongono Afidop (Associazione formaggi italiani Dop e Igp) e Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi), che a Parma hanno siglato un protocollo per promuovere due settori-chiave del Made in Italy: i formaggi certificati, primo comparto del Dop italiano con un valore al consumo di 8,6 miliardi, e la ristorazione che ne vale 92 di consumi.

"Valorizzare i formaggi Dop e Igp nella ristorazione significa garantire ai consumatori la possibilità di apprezzare anche fuori casa prodotti unici e di alta qualità, frutto di secolari tradizioni", sottolinea Antonio Auricchio, presidente di Afidop. Per Aldo Mario Cursano, vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio, con le linee guida "non solo daremo ai titolari di pubblici esercizi gli strumenti idonei per dotarsi di prodotti di alta qualità, ma anche ai consumatori la certezza di consumare cibo eccellente e di provenienza certificata".

A benedire l'intesa il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida: "Grazie alla ristorazione italiana, che si è messa a disposizione, e grazie ai nostri imprenditori di questo settore che ci garantiscono qualità, noi avremo nel menu formaggio", sottolinea. "Non c'è bisogno di renderlo obbligatorio, uno Stato che rende obbligatorio spesso è oppressivo. Lo Stato deve sollecitare alcune iniziative di sistema, deve mettere insieme legittimi interessi per dare di più alla propria nazione, alla propria crescita, al proprio popolo", ha detto il ministro, negando "queste chiacchiere e fake news che giravano sull'obbligatorietà del formaggio nei menu". L'intesa attualmente riguarda Afidop e Fipe, ma "anche le altre sottoscriveranno analogo documento", assicura Lollobrigida.

Il protocollo arriva nel giorno dell'inaugurazione di Cibus, che riempirà i padiglioni di Fiere di Parma fino al 10. Al convegno inaugurale, oltre a Lollobrigida, hanno partecipato anche il ministro delle Imprese Adolfo Urso e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. "Qui è l'eccellenza sia per la produzione, l'alimentazione, capofila del made in Italy nel mondo, sia per l'espressione di un territorio unico e peculiare con un sistema fieristico che è un orgoglio per il nostro Paese, che quest'anno presenta nuovi prodotti, molto innovativi, e che segna la vera ripartenza dopo gli anni del cigno nero, della pandemia e purtroppo anche della guerra fra Russia e Ucraina, che perdura", ha commentato Urso.

La ventiduesima edizione registra numeri record: tremila brand, oltre mille novità di prodotto, circa 3.000 top buyer da tutto il mondo. E arriva in un momento in cui il 94% degli italiani vede nel Made in Italy uno dei principali ambasciatori dell'italianità nel mondo e un traino per l'economia, grazie all'export che ha superato i 53 miliardi di valore nel 2023. È quanto emerge dalla ricerca Federalimentare-Censis, presentata a Cibus nel corso dell'Assemblea pubblica dell'associazione.

 L'industria alimentare, secondo lo studio, vale 193 miliardi di fatturato, in crescita del 31,3% tra il 2013 e il 2023, periodo in cui le imprese, oltre 60mila, sono aumentate dell'1,5%.


   

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