"Le piante, in particolare,
albicocchi, peschi e susini, stanno iniziando la fioritura, e
questo è un grosso problema perché è prevedibile una coda
invernale ed un ritorno del freddo, con un conseguente grosso
danno per la produzione frutticola".
A dirlo è Fabrizio Tistarelli, presidente di Fedagripesca
Toscana, commentando il "Rapporto Lamma 2023" che ha
classificato il trimestre dicembre 2023-febbraio 2024 come
l'inverno più caldo dal 1955, con una temperatura di oltre due
gradi sopra la norma.
"Le temperature così elevate per il periodo dell'anno, in
particolare quelle massime, sono un rischio per le coltivazioni
- sottolinea Tistarelli in una nota -. Per le piante già in
fiore il rischio di prossime gelate notturne avrebbe conseguenze
nefaste per le produzioni. Sarebbe un ulteriore mazzata per
agricoltori e produttori già pesantemente gravati dai costi
elevati di materie prime ed energia".
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